Con tutto il rispetto per le analisi sulla parità di genere effettuate da diversi soggetti istituzionali ci sembra che non si presti sufficiente attenzione agli aspetti legati alle condizioni materiali di svolgimento delle prestazioni lavorative. Condizioni caratterizzate da una flessibilizzazione sempre più spinta che favorisce il diffondersi di forme lavorative contraddistinte da incertezza, discontinuità e svalorizzazione delle competenze personali. È inutile stracciarsi le vesti per lo scarso numero di donne laureate in discipline scientifico-tecnologiche quando nel nostro Paese dilaga il precariato, sia nel privato che nel pubblico. E notoriamente le forme di lavoro precario sono le meno garantite sotto il profilo delle tutele
Il Diario del Lavoro. Colombi: «L’accesso discriminato allo smart working è ‘colpa’ anche di Brunetta»
Di seguito, l’intervista di “Il diario del lavoro” a Sandro Colombi.
“Tutele, diritti e doveri devono essere uniformi nel mondo del lavoro. Non dovrebbero esserci lavoratori di serie A e di serie B, anche se l’applicazione dello smart working nel pubblico impiego conferma questa ingiustizia”. A dirlo è Sandro Colombi, segretario generale della Uilpa.
Segretario Colombi nel privato smart working per i fragili e per chi ha figli under 14, mentre nel pubblico è arrivata una proroga per i soggetti più a rischio solo dopo una direttiva del ministro Zangrillo, ma non c’è nulla per i genitori. Come mai questa disparità?
“C’è una cultura che affonda le sue radici da lontano, che vede nel lavoratore pubblico semplicemente un fannullone che