L’ultima direttiva ministeriale sulla performance appare piuttosto reticente riguardo alla definizione di produttività per i dipendenti pubblici. In attesa che qualcuno ci spieghi in cosa consiste registriamo con piacere che diverse categorie del settore privato stanno rinnovando i contratti scaduti, con incrementi che tentano di salvare quello che resta del potere d’acquisto dei salari. Di recente sono stati rinnovati i CCNL Vigilanza privata e servizi fiduciari, grafici, credito, alimentaristi e così via. Mentre le segreterie sindacali unitarie dei metalmeccanici hanno da poco presentato l’ipotesi di piattaforma per il rinnovo 2024-2027.
In nessuno di questi contratti abbiamo letto che l’erogazione dei premi di risultato è subordinata a un meccanismo matematico per calcolare l’apporto o l’impegno di ciascun dipendente, meccanismo calato dall’alto con direttive o circolari ministeriali. Queste sono paranoie tipiche della P.A., dove le strategie organizzative e di pianificazione vengono decise da vertici amministrativi e politici che di solito non sanno nulla di ciò che avviene nelle unità operative dove si svolge l’attività concreta dei lavoratori.
E a proposito di concretezza, a due anni dalla chiusura del precedente rinnovo in molte amministrazioni del nostro comparto ancora devono essere applicati interi pezzi dell’ultimo CCNL, a cominciare dai nuovi ordinamenti professionali. A questa mancanza si aggiunge il prosciugamento dei fondi per le risorse decentrate da cui bisogna attingere per finanziare le quote di incentivazione della produttività individuale e collettiva.
In questo modo la contrattazione decentrata viene privata dello strumento essenziale per incentivare i meccanismi premiali che consentono alle strutture operative delle nostre amministrazioni di migliorare le proprie performance organizzative. Non basta, perché la mancanza di risorse decentrate rende inapplicabile il nuovo ordinamento anche nelle amministrazioni dove è stato raggiunto l’accordo sindacale sulle famiglie professionali, sulle progressioni economiche (sia orizzontali che verticali) e sulle elevate professionalità. Per premiare i dipendenti virtuosi non servono i diagrammi: ci vogliono le risorse economiche
L’unico modo per premiare il merito è mettere la contrattazione decentrata in condizione di farlo, come insegnano i migliori esempi che vengono dal mondo del lavoro privato. Dove ci sono buone relazioni sindacali, la produttività cresce. E la misura della crescita dipende dalla quantità e dalla qualità degli investimenti nell’organizzazione del lavoro e nel capitale umano. Perché nel lavoro pubblico dovrebbe essere diverso?
Sandro Colombi, Segretario generale UIL Pubblica Amministrazione
Roma, 4 marzo 2024