L'Huffington Post | Pubblicato: 04/11/2013 12:20 CET
La crisi cambia le dinamiche del mercato del lavoro italiano, tradizionalmente d'impronta maschile, creando spazio alle donne, e modificando così il "modello culturale dominante in Italia, ed in particolare nel Sud, che ancora raffigura le donne come casalinghe, mogli e madri e non come chi procura il pane in famiglia".
L'analisi è del Wall Street Journal, che dedica una intera pagina ad approfondire la svolta in rosa delle dinamiche del lavoro e della famiglia nel nostro Paese. "Una recessione che si protrae spinge le donne verso una occupazione mentre scompare un mondo del lavoro tradizionalmente dominato dagli uomini".
Il Wsj racconta storie reali, di donne, mogli, madri, che hanno trovato lavoro dopo che lo ha perso il marito, il tradizionale capofamiglia. Storie di vita, a Napoli, come a Roma. Spunti che il quotidiano economico-finanziario statunitense approfondisce con una analisi economica, con i dati, come quelli Eurostat che nel 2012 vedono l'Italia tra gli ultimi posti in Europa per percentuale di donne al lavoro (il 50,4%, sotto la media Ue del 62,3, lontanissimo da Paesi come la Finlandia al 72,5%, la Svizzera al 76%, la Svezia al 76,8%. Ma anche il riscontro dell'Istat che, con una occupazione in Italia dal 2007 in contrazione, registra in controtendenza visto che "il numero delle donne al lavoro è cresciuto di 110mila nel 2012 rispetto ad un anno prima".
L'approfondimento del Wsj ricorda la difficoltà delle donne italiane a farsi strada nel mondo del lavoro, dal malcostume, "fuorilegge dal 2012", delle lettere di dimissioni firmate in anticipo e pretese dai datori di lavoro nel caso di una gravidanza, al maggior tempo dedicato dalle italiane alla cura della casa e della famiglie: "3,7 ore in più degli uomini, a fronte di una media di 2,3 ore dei 34 Paesi Ocse". E cita il commento di una donna, Magda Bianco, economista della Banca d'Italia specializzata sulle dinamiche di genere: "La crisi ha innescato una sorta di involontaria rivoluzione nel mercato del lavoro italiano, uno spostamento che potrebbe definitivamente cambiare le dinamiche familiari ed al loro interno la forza contrattuale delle donne".