8 gennaio 2013
Andrea Barbieri Carones

Mamme al lavoro. A Milano è nato uno spazio per conciliare lavoro e figli.

Il principale impedimento al ritorno al lavoro delle lavoratrici madri, dopo i mesi di congedo di maternità previsti dalle leggi (cinque tra prima e dopo il parto, con l’80 % della retribuzione) è la domanda: “A chi lasciare in cura e affidamento il (la) neonato (a)?”. Il più delle volte è per far fronte a questa difficoltà che la lavoratrice ritarda il suo rientro al lavoro, utilizzando la possibilità di conservare il posto (per sei mesi). Ma il ritorno ritardato ha un prezzo: sia finanziario (solo il 30% della retribuzione), sia, sopratutto, professionale.

L’ultimo Governo ha approvato “in corner”, gli ultimi giorni dicembre, una leggina che viene incontro a questa antica e pressante esigenza. Alle madri lavoratrici sarà assicurato, se vorranno tornare subito al lavoro, un “buono” di 300 € mensili per sei mesi, per pagare o una baby-sitter o la quota di un asilo nido. Il provvedimento è finanziato con 78 milioni di euro annui (gestiti dall’Inps), per il 2013-2015. A conclusione del triennio si farà un bilancio, e si assumeranno le determinazioni conseguenti. Contemporaneamente è stato deliberato che, al momento della nascita, il padre avrà una giornata di congedo retribuita e “obbligatoria”. Lentissimamente si procede a favorire l’immissione e la permanenza al lavoro delle donne, la responsabilità genitoriale dell’uomo, ed, insieme, la crescita demografica del paese.

A Milano nasce un’idea imprenditoriale al servizio delle mamme lavoratrici che hanno bisogno di spazi per le proprie attività, senza per questo rinunciare a prendersi cura dei figli, conciliando lavoro e famiglia. Nel cuore della crisi economica è nato a Milano il Piano C, un’area di 250 metri quadrati con 16 postazioni di lavoro, 4 sale riunioni, spazio relax, biblioteca e cucina. Ma il punto fondamentale è l’area per bambini messa a disposizione dell’organizzazione per 6 euro l’ora.

Anche se la lettera C non indica necessariamente “conciliare lavoro e famiglia” (ma indica coworking, cobaby e community), questo nuovo spazio per è stato studiato su misura per libere professioniste o imprenditrici che riprendono l’attività e sono sull’orlo della decisione tra il restare a casa per dedicarsi ai figli e il continuare con la professione, in uno spazio un po’ ufficio e un po’ asilo.

In quest’area a due passi da viale Umbria le neomamme possono quindi farsi gli “affari” propri, potendo contare su uno staff che si prende cura del bambino, in aree divise in base all’età del piccolo. Al pomeriggio, poi, apre anche una saletta per i più grandicelli, che possono fare i propri compiti di scuola in tranquillità. I figli, naturalmente, sono sorvegliati e curati da persone dello staff.

Le mamme che si iscrivono potranno anche contare su un incaricato che svolge piccoli servizi: dall’acquisto di generi alimentari al pagamento di bollettini in posta, dalla consegna dell’auto al meccanico alla coda per iscrivere il figlio a ginnastica.

   «Piano C è aperto dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 19 – spiegano i soci fondatori, Carlo Mazzola e Riccarda Zezza – con possibilità anche di utilizzo nei fine settimana per festicciole private. A Milano molte mamme si autolimitano perché non riescono a conciliare lavoro e famiglia, al punto che dopo il parto circa una su 3 rinuncia alla professione».

Piano C è aperto anche ai papà, purché siano accompagnati dai propri piccoli. Le tariffe? Ci sono diverse soluzioni: il day pass costa 25 euro. È però possibile acquistare abbonamenti da più entrate. Fra gli scopi del Piano C c’è anche quello di creare occasione di incontro e di collaborazione fra mamme, non tanto dal punto di vista organizzativo familiare quanto da quello professionale.

Fonte: Piano C