a cura di Adriana Aronadio
Tra le conquiste della civiltà, una delle più importanti è senza dubbio la trasformazione del significato del lavoro, che è occasione per aumentare le proprie possibilità ed esperienze, le relazioni sociali e la capacità di incidere nel processo democratico. L’evoluzione dei tempi e modi di lavoro ha indotto la nascita e spesso anche il rapido declino di nuove modalità produttive e organizzative.
Uno dei temi che in modo sempre più forte si sta affacciando oggi è quello relativo a realizzare condizioni di benessere nei luoghi di lavoro.
“La medicina tradizionale di impostazione diagnostico-terapeutica - spiega il ricercatore di medicina del lavoro Magnavita - ha mostrato qualche difficoltà a comprendere tempestivamente l’evoluzione dei bisogni correlata a questo processo. La maggior parte degli studi sono puntati sulle valenze negative che si generano nel processo di trasformazione: lo stress da lavoro, il mobbing, il burn-out, il disagio e il disadattamento. Tali distorsioni del rapporto di lavoro sono spesso identificate, qualche volta quantificate ma raramente prevenute”.
“La medicina del lavoro, per sua natura, sempre secondo Magnavita, ha sempre affrontato il tema opposto: la definizione e il potenziamento del benessere nei luoghi di lavoro. La gestione dei rischi professionali è racchiusa in un insieme di operazioni che devono garantire non solo l’assenza di danni, ma l’accrescimento materiale e morale dei lavoratori e dell’azienda.
La promozione della salute, che solo di recente la nostra legge ha incluso tra gli atti della sorveglianza sanitaria, rappresenta da molti anni l’obiettivo dei migliori servizi di medicina del lavoro. Umanizzare il lavoro significa aumentare il benessere umano, più che la produttività”. Studi recenti indicano che la percezione del grado di giustizia dell’organizzazione del lavoro influenza fortemente la salute dei lavoratori.
È stato dimostrato che i lavoratori in aziende con bassa giustizia lavorativa soffrono di una maggiore frequenza di sintomi e di malattie cardiovascolari, digestive e nervose, hanno un alto tasso di assenteismo e bassa produttività. Al contrario, chi lavora in una organizzazione che percepisce ispirata a criteri di giustizia presenta una maggiore resistenza verso gli eventi sfavorevoli della vita.
Fonte: Università Cattolica, Roma
http://it.health.yahoo.net/c_news.asp?id=26991