Intervista a tutto campo al presidente Francesco Rocca sul futuro dell'organizzazione

 

Dopo l’articolo sulla Croce Rossa Italiana e le contestazioni all’attuale gestione e alle ultime scelte amministrative, uscito sul nostro quotidiano venerdì, abbiamo ritenuto opportuno sentire il presidente Francesco Rocca.

 

Dopo l’approvazione del Decreto 178/12 e il recente inserimento dell’emendamento nella legge di stabilità, quali sono le garanzie occupazionali dei Lavoratori della Croce Rossa, precari militari e civili e il personale di ruolo)? I sindacati di base ed i lavoratori l’accusano di non aver provveduto con la finanziaria del 2008 alla regolarizzazione dei precari che ne avevano diritto, come replica? 

 

Io, da Commissario della Croce Rossa Italiana, e quello che sto affermando è dimostrato in tutti gli atti pubblici ed ufficiali, comprese le audizioni parlamentari e ministeriali, ho sempre difeso l’interesse della Croce Rossa Italiana. Le posso assicurare che quella che viene chiamata “privatizzazione” darà solo maggiori garanzie a tutti i lavoratori e maggiore e possibilità d’azione sul territorio.

 

I precari saranno stabilizzati come previsto dai contratti “privati” e quanto prima saranno regolarizzati.

 

Spesso sentiamo parlare di “privatizzazione” C.R.I. E’ giusto usare questo termine? E se sì, quali vantaggi  porterà la conseguente scomparsa dell’Ente Pubblico?

 

E’ giunto il momento di uscire da posizioni massimaliste. Qui bisogna guardare le normative e le leggi vigenti, che non faccio io e su queste garantire tutti i lavoratori.

 

Difendendo sì il lavoro per carità, ma anche il bene comune, combattendo sprechi, stipendi regalati, denaro pubblico mal utilizzato. Io ho una concezione etica del lavoro e della sua gestione. Così come voglio andare orgoglioso della militarità della C.R.I.

 

Militarità che in Iraq, Afghanistan ed in altre zone di guerra ci ha reso onore, ma che in vece , troppe volte in Italia si è trasformata in posizione di rendita o di vantaggi acquisiti senza titoli o meriti.

 

Etica, meritocrazia e futuro sono la ricetta per salvare la Croce Rossa, non le polemiche o le posizioni ideologiche. Così come bisogna essere chiari e precisi quando si fanno delle affermazioni. Sono favorevole alle privatizzazioni del territorio, non del comitato centrale e regionale.

 

 I servizi attualmente erogati dalla C.R.I. (Pronto Soccorso, Trasporto Infermi, assistenza ai disabili e ai migranti, interventi nelle grandi catastrofi, etc.) attraverso l’utilizzo del personale Dipendente (che sappiamo altamente professionalizzato), dopo l’attuazione del Decreto 178/12, subiranno uno scadimento o saranno mantenuti gli stessi livelli di assistenza?

 

Sappiamo benissimo che dal 1977 la Croce Rossa vende servizi alle Regioni e con la nuova riforma la C.R.I. rischia di andare fuori mercato. Ed in linea di massima potrei essere d’accordo con lei, anche se su questo punto vorrei sentire anche le Organizzazioni Sindacali. Mi giunge notizia che in alcuni casi nei preventivi sono stati inseriti i lavoratori a tempo determinato, giustamente direi, per la realizzazione dei vari progetti, ma è anche vero che nel conteggio dei costi sono stati considerati anche i lavoratori a tempo indeterminato.

 

Se i lavoratori a tempo indeterminato sono già pagati dallo Stato, aggiungendoli un’altra volta è normale che i costi lievitino, quindi perché conteggiare due volte gli stessi dipendenti?

 

 Non ci sarà nessuno scadimento dei servizi. Semmai dobbiamo dare una risposta a una ambiguità che va avanti dal 1978 e che io sono stato  sono stato il primo a sollevare.

 

La 833 art. 70 del ‘78 fa sì che lo Stato dia alle Regioni i fondi per garantire il servizio del 118. Per questo non posso impiegare personale C.R.I. senza chiedere rimborso alle Regioni. Ma se le Regioni preferiscono dare il servizio ad altre aziende, io non posso farci niente.

 

Con la “privatizzazione” alle porte dei Comitati Provinciali e Locali, pensa veramente che i Soci siano pronti ad affrontare questa nuova fase? Non le sembra assurdo che 4.000 dipendenti pubblici, di cui quasi il 50% precario, andranno a casa in un momento così difficile per il paese?

 

Inoltre, in più di un’occasione lei ha dichiarato di aver difeso la Croce Rossa, “addossando” la colpa del “nuovo piano industriale” al Ministro Balduzzi. Considerato che lei è stato nominato Commissario Straordinario dal Governo Berlusconi con l’incarico specifico di rimettere ordine nei bilanci, di organizzare il riassetto del Corpo Militare e di riorganizzare la Croce Rossa Italiana in generale, perché una volta svuotato di gran parte dei contenuti dal Ministro Balduzzi non si è dimesso?

 

Io non parlo di colpe, ma di decreti firmati. Ribadisco, come Commissario il mio compito non è né quello di fare le leggi, né i decreti, ma quello di sanare la Croce Rossa Italiana. E ripeto, finisca la favola dei 4.000 licenziamenti. Nessun dipendente della C.R.I. perderà il posto di lavoro, anzi.

 

Per quanto riguarda le dimissioni poi, non credo che dovessi darle.

 

Il lavoro di risanamento sta andando bene.

 

Prima della nostra gestione la Croce Rossa Italiana era un pozzo di San Patrizio: assunzioni facili, lavoratori in giro, mansioni non rispettate, cartellini timbrati e gente che se ne andava in giro. Tutti soldi sprecati.

 

Da quando siamo arrivati noi stiamo rimettendo ordine. Forse per questo siamo dotto tiro.

 

Ci risulta che al comitato Provinciale di Roma il presidente Flavio Ronzi abbia assunto, tramite agenzie interinali, molti operatori sanitari (medici, infermieri, ambulanzieri) provenienti quasi tutti dalle file dei volontari (ex componente pionieri): non è strano per una struttura che si appresta a mandare a casa 4.000 dipendenti?

 

E sempre in riferimento al presidente Provinciale Flavio Ronzi, ci giunge voce che percepisca un compenso (fino a poco tempo fa dalla Federazione Internazionale di Ginevra, mentre ora non si capisce ancora bene da chi). Può chiarirci questo mistero? Non le sembra in contrasto con la qualifica di volontario? Se prendesse un compenso sarebbe un dipendente, quindi con il Dgl 178 sarà licenziato anche lui?

 

Il Presidente Flavio Ronzi non si occupa della gestione del Comitato, ma se ne occupa un dirigente. Sotto la sua guida i servizi sono aumentati e sono anche aumentati i posti di lavoro.

 

Tutte le polemiche intorno a Ronzi sono strumentali. Ronzi ha messo mano in una situazione che era un piccolo regno del malaffare.

 

Non è un caso che un ex funzionario del Provveditorato del Comitato della Croce Rossa di Roma è stato portato via in manette.

 

Insieme abbiamo fatto pulizia. Per questo non è simpatico, anzi, è inviso.

 

Per quanto riguarda poi il suo stipendio voglio precisare che da quando è stato eletto non ha nessun rapporto con ne con la Federazione, né con la Croce Rossa Italiana. Tutto il resto sono illazioni e bigie.

 

Se hanno le prove andassero dalle autorità competenti.

 

L’attuale Ministro della Salute Lorenzin ha fatto approvare un Disegno di Legge che, di fatto, rimetterebbe in discussione il Decreto 178/12; cosa ne pensa? E ritiene che lo stesso potrà trovare piena attuazione in Parlamento?

 

Ho già dichiarato pubblicamente e lo ripeto che mi piacciono le modifiche che vuole apportare il Ministro Lorenzin, ma ripeto ancora, io sono il Presidente della C.R.I., non spetta a me fare leggi e norme, spetta a me far quadrare i conti e garantire eticità, lavoro e futuro ad un patrimonio italiano.

 

Tra i suoi consulenti o tra i suoi dipendenti,, è vero che c’è la signora Floris, moglie del conduttore di Ballarò; possiamo sapere perché a che titolo? Inoltre ci risulta che il Direttore Generale sia la moglie dell’opinionista del Corriere della Sera nonché ex senatore del Pd, Polito. Conferma queste indiscrezioni? 

 

Per quanto riguarda la signora Floris, è un dipendente pubblico vincitore di concorso presso altra amministrazione e ben prima del mio arrivo in Croce Rossa. E’ persone che fa un lavoro di grande qualità così come tanti altri dipendenti della Croce Rossa Italiana.

 

La moglie di Polito, Patrizia Ravaioli, è la mia Direttrice generale e  garantisco personalmente sulle sue qualità professionali. L’ho nominata io quando sono arrivato, il marito non lo conoscevo, e per altro non erano neanche sposati.

 

Poi, seppur ci sono stati casi di “raccomandati e raccomandazioni”, neanche possiamo ora fare un processo inverso, cioè che se si è parenti di qualcuno noto, seppur bravi e professionali non si può lavorare o essere assunti in posizioni apicali. Mi sembra un’assurdità.

 

Così come poco mi importa della vita privata dei miei collaboratori o con chi sono sposati.

 

Il patrimonio immobiliare a chi sarà destinato dopo la privatizzazione? Questa operazione regalerà al privato una grande parte del patrimonio pubblico? Come mai l’edificio del Comitato Provinciale di Roma è stato dato in uso gratuito per due anni alla ASL RM D?

 

Il patrimonio rimarrà tutto in Croce Rossa, tranne quello che servirà per sanare i debito, come scritto nel decreto 178.

 

Per concludere – e la ringrazio per la disponibilità ed anche il coraggio dimostrato nell’affrontare questioni spinose e polemiche velenose –  il Corpo Militare della CRI e il Corpo delle Infermiere Volontarie (le amate Crocerossine, che hanno rappresentato 150 anni di storia), con il Dgl. 178 che fine faranno?

 

Le nostre crocerossine saranno parte integrante della C.R.I. Sono parte integrante della nostra militarità, della nostra storia, della nostra tradizione. Saranno parte integrante anche del nostro futuro.

 

Una curiosità: è vero che lei è membro della comunità Sant’Egidio?

 

Assolutamente no.

 

La vita di 4.000 famiglie e la gloriosa storia e tradizione della Croce Rossa valgono molto di più di bilanci, decreti e scelte calate dall’alto. Crediamo sia consapevole di questo…

 

Le ripeto nessuno andrà a casa. Basta con queste bugie. Si sta diffondendo panico mediatico ad arte. Chi afferma ciò o è in mala fede o difende posizioni di rendita.

 

Io garantirò un contratto collettivo sano dalla prima a l’ultima riga, che darà un futuro ed un lavoro a tutti i militari e i dipendenti della Croce Rossa Italiana. Una Croce Rossa migliore, risanata, dove regnerà etica e merito e dove fannulloni, imbroglioni e truffatori non troveranno più spazio.

 

Giuliano Castellino