di Gabriella Tesoro | 14.11.2013

Alla fine è arrivata l'ammissione: il disavanzo patrimoniale ed economico dell'Inps può dare segnali di non totale tranquillità. Così è intervenuto il presidente dell'istituto di previdenza, Antonio Mastrapasqua, nel corso di un'audizione davanti alla commissione bilaterale sul controllo degli enti.

Motivi? L'accorpamento con Inpdap ed Enpals, ma anche la "forte contrazione dei contributi per il blocco del turnover del pubblico impiego", laddove molti dipendenti pubblici sono andati in pensione, alcuni ancora giovanissimi e con pensioni da re (che sono più elevate a parità di qualifica di quelle dei dipendenti privati), a fronte di uno scarso numero di nuovi dipendenti (dunque pochi contributi) e, allo stesso tempo, il continuo aumento delle uscite per le prestazioni istituzionali.

E pensare che quando, nel 2012, il governo Monti sancì l'accorpamento tra l'Inps, un ente che nei quattro anni precedenti era riuscito ad avere 25 miliardi di euro di saldi positivi, all'Inpdap, l'ente previdenziale per i dipendenti pubblici in forte crisi, Mastrapasqua dichiarò: "Nessun problema. Il forte disavanzo causato dall'accorpamento dell'Inpdap non avrà ripercussioni sulle pensioni. Il bilancio dell'Inpdap è chiaramente in disavanzo perché negli ultimi anni c'è stato un turnover che ha portato a un aumento dei pensionati e alla diminuzione dei dipendenti. Nel momento in cui il nuovo ente ha inglobato l'Inpdap è chiaro che questo disavanzo si verifica contabilmente anche nel nuovo Inps. Dico contabilmente perché lo Stato ha sempre fatto fronte al piano dei disavanzi anticipando finanziariamente le risorse necessarie".

E invece no, per ora, lo Stato non ha dato un grande contributo tant'è che l'Inps si è dovuto letteralmente accollare 10,2 miliardi di euro di disavanzo patrimoniale e quasi 5,8 miliardi di euro di passivo solo per il 2012.

Eppure Mastrapasqua continuava a mandare segnali rassicuranti. Oggi però c'è stato il dietrofront. Il presidente ha infatti chiesto l'intervento di Palazzo Chigi: "Ho scritto sia al ministro Saccomanni che al ministro Giovannini, come fatto con l'esecutivo precedente, invitandolo a fare una riflessione su questo punto, essendo il bilancio Inps ormai un bilancio unico ed essendo il disavanzo patrimoniale ed economico una cosa che, vista dall'esterno, nel mondo della previdenza, può dare segnali di non totale tranquillità", soprattutto perché l'accorpamento "ha creato uno squilibrio al bilancio".

Il presidente Inps lancia un appello: è necessario valutare "nelle sedi competenti, l'opportunità di eventuali interventi normativi, tesi a garantire l'efficiente ed efficace implementazione della più grande operazione di razionalizzazione del sistema previdenziale pubblico" perché il rischio è "un aumento delle passività". 

Secca la risposta del ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, che ribadisce che non c'è "alcun motivo di allarme".