di Beatrice Migliorini

Tutto tace sui debiti della pubblica amministrazione. A più di due mesi dalla scadenza del 15 settembre, stabilita per conoscere l’ammontare totale dello stock di debito, il ministero dell’economia e delle finanze non può pronunciarsi. Ad oggi, infatti, sono 13.500 su 22 mila le p.a. che hanno inviato i dati richiesti, per un totale, non attendibile, di 3,1 mld di euro debiti. I comuni che hanno già messo in programma, o già avviato, interventi di messa in sicurezza o di costruzione di opere di edilizia scolastica potranno derogare al patto di stabilità interno per portare a compimento i lavori.

Questo è quanto emerso nel corso delle interrogazioni che si sono svolte, ieri, in Commissione bilancio alla Camera. A più di due mesi dalla data stabilita come dead line per conoscere lo stock di debito complessivo, via XX settembre non è in grado di rispondere a domanda diretta (si veda ItaliaOggi del 29 settembre 2013). Il problema è emerso nel corso dell’interrogazione a firma dell’on. Edoardo Fanucci (Pd), con la quale è stato chiesto al Mef l’importo dei debiti p.a. Il sottosegretario all’economia Alberto Giorgetti (Ncd) non ha potuto, però rispondere, facendo presente come, al 21 novembre, siano state solo 13.500 su 22 mila le p.a. che hanno inviato i dati, dall’analisi dei quali, è emerso che i debiti sarebbero pari a 3,1 mld di euro. Cifra, quest’ultima, che, lascia aperte due opzioni: o il debito che il Mef ha quantificato tra i 70 e i 100 mld di euro è diluito sulle 8.500 p.a. che non hanno inviato i dati, o le informazioni delle 13.500 p.a. sono inesatte.