Roma, 05 Novembre 2013

Egregio Signor Presidente, Onorevoli Deputati

relativamente lo stato di attuazione del Decreto legislativo 178 del 2012 vogliamo osservare come, a nostro avviso non si possa e non si debba prescindere, almeno per la parte che oggi ci interessa, dalla opportunità che il DDL del 26.7.2013, cd decreto Lorenzin, offre consentendo, all'art.9, di modificare quanto attualmente previsto. A meno che non si trovi altrimenti lo spazio per una rivisitazione organica della materia.

Le seguenti considerazioni tendono a sottoporre alla vostra attenzione la necessità di un significativo intervento emendativo.

In primo luogo riteniamo che la privatizzazione della CRI, così come prevista, risulti incoerente con i compiti alla stessa affidati e, nel contempo, priva della previsione dei necessari controlli che la concessione di un finanziamento pubblico dovrebbe prevedere.

Se infatti alla CRI rimane intestata la missione di soccorso in occasione di calamità naturali, sostanzialmente integrata e coordinata con il Sistema di Protezione Civile, ovvero di intervento in emergenze umanitarie, questo dovrebbe garantire il permanere dell'attuale natura pubblica dell'Associazione CRI: in questo senso si giustificano i contributi pubblici.

Noi riteniamo che l'articolazione dell' Associazione debba garantire un mix di pubblico e privato.

Pubblica, abbiamo detto, per le funzioni previste all'art.1 (lett. A e D) ove è previsto che alla CRI spetti il compito di " organizzare e svolgere in tempo di pace in conformità a quanto previsto dalle vigenti convenzioni e risoluzioni internazionali, servizi di assistenza sociale e soccorso sanitario in favore di popolazioni, anche straniere in occasione di calamità e situazioni di emergenza " e ancora " svolge attività umanitarie presso i centri di identificazione ed espulsione di immigrati stranieri e centri per l'accoglienza dei richiedenti asilo."

Privata, per quanto attiene al proselitismo, alla promozione di attività, alla formazione, a interventi sul territorio, alla partecipazione democratica che veda quale espressione i Comitati Locali e i Comitati Provinciali. Qui una vita associativa regolata dal diritto civile che possa avvalersi di una gestione più semplice e certo non burocratica.

Quindi una Associazione democratica che veda convivere le Associazioni private dei Comitati Locali e Provinciali con una Associazione CRI Nazionale, articolata tra Comitato Centrale e Comitati Regionali, che resta ente pubblico a base associativa.

E come si è detto non mancano le ragioni per ritenere fondamentale e rilevante ai fini pubblici la missione affidata alla CRI. Rammentiamo che pressoché in ogni regione è presente un presidio logistico per le emergenze: in questo senso ci permettiamo di sottoporre la possibilità di acquisire il parere del Dipartimento della Protezione Civile.

Tutto questo garantirebbe, in modo più ordinato, un controllo contabile pubblico circa l'utilizzo e i criteri di ripartizione sul territorio delle risorse che lo Stato destina alla CRI.

Questo, ancora, garantirebbe al personale oggi in ruolo di conservare l'attuale status contrattuale.

Nell' occasione segnaliamo come appaia, peraltro, del tutto insufficiente l'attuale disciplina che regola il passaggio pubblico - privato dei dipendenti e per quanto attiene ai criteri di individuazione del fabbisogno di personale della nuova CRI, e per quanto attiene alla disciplina sulla mobilità e all'accesso ai trattamenti pensionistici così come previsti per il pubblico impiego.

Ancora vogliamo sottolineare come non sia stata data compiuta applicazione all'art. 70 della L. 833 del 1978 (istitutiva del SSN) che prevedeva lo scorporo dei servizi sanitari della CRI alle, allora, USL. Processo che, a nostro avviso, deve concludersi con il passaggio dei beni mobili e immobili destinati a prestazioni sanitarie, integrate nel SSN, alle Regioni. Conseguentemente le stesse succederanno nei rapporti di lavoro del personale ivi impegnato. Appare superfluo sottolineare come questo scorporo non comporterebbe alcun costo aggiuntivo sui conti pubblici in quanto si tratterebbe di sopportare lo stesso costo oggi sostenuto per lo stesso servizio nel contempo si snellirebbe la CRI consentendole un impegno, il più coerente, con le sue ragioni fondative.

Ringraziamo per l'attenzione concessa.