Mercoledì 23 Ottobre 2013
Le norme della legge di stabilità relative agli stipendi dei dipendenti pubblici sono incostituzionali e, in quanto tali, saranno impugnate al Tar del Lazio per dichiararne l’illegittimità. Lo afferma il Codacons, che lancia oggi una vera e propria azione collettiva alla quale possono aderire tutti i dipendenti pubblici che vogliano difendere il proprio stipendio.
Le norme della legge di stabilità per l’anno 2014, laddove prevedono il pagamento a rate della liquidazione dei lavoratori statali ed il blocco degli stipendi, si pongono in contrasto con fondamentali principi costituzionali, quali quello d’eguaglianza (art. 3 della Costituzione) e quello ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità di lavoro svolto ed in ogni caso tale da assicurare a se e alla propria famiglia un’esistenza libera e dignitosa (art. 36 Cost.) – spiega il Codacons.
Infatti, quanto al pagamento a rate della liquidazione, essa priva il lavoratore di una retribuzione accantonata e maturata nel corso degli anni, con conseguente diritto dello stesso a vedersela erogata per intero al momento di cessazione del rapporto di lavoro. Tra l’altro – prosegue l’associazione – la norma rischia di incidere pesantemente su quei tanti lavoratori che in vista del pagamento in un’unica soluzione della liquidazione hanno contratto dei debiti, in vista dell’incasso certo dell’intero trattamento di fine rapporto, esponendo così gli stessi a rischi gravi di assoggettamento a procedure di pignoramento.
Il blocco degli stipendi previsto dalla legge di stabilità viola in modo palese l’art. 36 della Costituzione Italiana, ove si consideri che per effetto dello stesso i lavoratori subiranno un’erosione del loro potere d’acquisto, con conseguente diminuzione della capacità di poter far fronte alle fondamentali esigenze di vita proprie e della loro famiglia. I provvedimenti del Governo, inoltre, determinano una grave disparità di trattamento tra dipendenti privati e pubblici, assoggettando solo questi ultimi al blocco degli stipendi e al pagamento a rate del fine rapporto.
Per tali motivi il Codacons ha deciso di lanciare una class action contro la legge di stabilità, alla quale possono aderire tutti i dipendenti pubblici, finalizzata ad ottenere dal Tar del Lazio la sospensione delle relative norme contenute nella manovra, e rimandare la questione alla Corte Costituzionale per dichiararne l’illegittimità.
All’azione collettiva – totalmente gratuita per gli iscritti all’associazione – è possibile fornire già da oggi l’adesione attraverso il modulo che sarà a breve inserito sul sito www.codacons.it
“Togliere per legge i soldi a chi lo stipendio se l’è sudato attraverso ore e ore di lavoro, è un vero e proprio “scippo di Stato” – afferma il Presidente Carlo Rienzi – per questo invitiamo i lavoratori a partecipare alla nostra battaglia con la quale chiederemo, oltre al blocco dei provvedimenti contestati, la restituzione dei soldi ai dipendenti pubblici più gli interessi legali”.