da La Stampa - 16.10.13

Ricette più forti di quelle attualmente proposte dal governo: un taglio alla tassazione sul lavoro per 50 miliardi di euro, una nuova politica industriale, la scelta convinta della ricollocazione del rilancio del manifatturiero al centro della politica, la creazione di una nuova finanza per lo sviluppo, la definizione di una strategia energetica nazionale. Questi i temi lanciati dal segretario generale della Uiltec Paolo Pirani, che, nel corso della manifestazione nazionale del sindacato di categoria “Meno tasse sul lavoro e più occupazione per una nuova politica industriale”, tenutasi oggi a Roma alla presenza del segretario generale della Uil Luigi Angeletti, al presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, al Sottosegretario al MISE Claudio De Vincenti,a l’ex ministro Corrado Passera, propone un ‘Patto per l’industria’.  

Così il segretario generale Uiltec Paolo Pirani: “In Italia abbiamo le tasse sul lavoro più alte d’Europa, ma i salari più bassi. Solo nel nostro settore perdiamo più di 200 posti di lavoro al giorno, abbiamo superato la soglia dei 3 milioni di disoccupati e le prospettive sono ancore buie, perché se è vero che i recenti dati diffusi dal Centro Studi di Confindustria dicono che la recessione è finita e viene fornito un dato di previsione di crescita dello 0,3 per cento nell’ultimo trimestre di quest’anno, non possiamo dimenticare che per avere un posto di lavoro in più occorre una crescita di almeno 2 punti percentuali. Questo significa che la recessione è finita, ma che la disoccupazione è destinata a crescere se non si interviene in maniera forte. Non servono gli interventi tampone, perché perdiamo giornalmente pezzi del nostro patrimonio industriale. Alla vigilia della legge di stabilità chiediamo al Governo di avere maggiore coraggio e di porre in essere interventi immediati, e non ‘manovrine’, per la ripresa dello sviluppo, che non può che basarsi sul rilancio e sul rafforzamento strutturale del sistema industriale. La piaga della disoccupazione e il rilancio della produzione necessitano di un taglio importante della tassazione sul lavoro attraverso una lotta non di facciata all’evasione fiscale e soprattutto attraverso un taglio della spesa pubblica improduttiva, colpendo al cuore i perversi intrecci tra le miriadi di centri di spesa pubblica esistenti e la politica.  

Per il sindacato di categoria dei chimici Uil il costo dell’energia è lo snodo cruciale che condiziona la competitività del nostro sistema economico. E questa è una partita che si gioca anche sulla Green Economy. Il settore manifatturiero è in una crisi profondissima con una perdita del 20% della nostra capacità di produrre ricchezza, e in un anno il settore (artigianato e PMI esclusi) ha subito una riduzione occupazionale complessiva di oltre 85.000 posti di lavoro. !Non dobbiamo dimenticare che l’Italia è ancora la seconda manifattura d’Europa - conclude Pirani - e che la ripresa del Paese passa proprio attraverso il rilancio del manifatturiero. Occorre per questo la scelta convinta di un Patto per l’Industria”.