Il segretario generale della Uil: «L’esecutivo deve fare marcia indietro o sarà scontro. Non siamo disposti a fare sacrifici»
IL MESSAGGERO 14 Agosto 2013 - Michele Di Branco
ROMA - L’autunno caldo temuto dal ministro della funzione pubblica D’Alia assume contorni concreti nelle parole del segretario della Uil, Luigi Angeletti. Deciso a dare battaglia sulla questione del blocco degli stipendi degli statali e sul taglio degli organici nella Pa.
Segretario, il governo ha smentito l’ipotesi che si stia lavorando a un piano di prepensionamenti che coinvolgerebbe 200 mila lavoratori. Qual è la sua sensazione sulla vicenda?
«La mia opinione, nonostante le smentite, è che l’idea di non applicare la legge Fornero, presupposto necessario per realizzare quel piano, la stiano effettivamente accarezzando. Solo che difficilmente riusciranno a realizzarla perché si renderanno conto che, in quel caso, saranno sommersi da un mare di critiche. Si produrrebbe infatti una ingiustificabile divaricazione rispetto alle regole sui pensionamenti che riguardano gli altri lavoratori».
A prescindere dagli aspetti tecnici, come giudicherebbe una mossa di questo genere?
«Si tratterebbe di una scelta sbagliata che aumenterebbe l’inefficienza nella Pa. Sarebbe il solito taglio lineare e a pagare sarebbero i cittadini in termini di servizi pubblici sempre più scadenti. Ridurre il personale avrebbe senso solo se la cosa fosse accompagnata da un serio piano industriale».
In che senso?
«Nel senso che la politica è capace di immaginare la Pa solo in termini di riduzione dei costi e non di opportunità. Invece di affrontare il problema della riorganizzazione generale dell’architettura pubblica si taglia e basta. La questione di fondo è che i ministri che si sono succeduti non hanno una visione della governance».
Sul blocco degli stipendi agli statali il ministro D’Alia ha riconosciuto che esiste un problema di impoverimento dei lavoratori?
«Penso sia cosciente di quel che succede ma è solo un presupposto. Ora però si deve agire. Noi sindacati siamo coscienti che c’è un problema di risorse, di vincoli da rispettare. Ma la sensazione è che si stia utilizzando le ristrette di bilancio come una scusa. E non possiamo accettare che da 4 anni le retribuzioni siano ferme punendo sempre la stessa categoria». Esclude l’ipotesi dello sciopero generale?
«Non escludo nulla, anzi. Ma si tratta ovviamente di decisioni che assumeremo con gli altri sindacati a settembre».
Dove dovrebbe guardare il governo per trovare le risorse necessarie per sbloccare le retribuzioni dei travet?
«Le aree sono molte. Sui costi standard della sanità, dopo tante parole, non si è fatto nulla. E ne cito un’altra per tutte: le aziende locali municipalizzate. Sono troppe, costano mediamente il 25% in più rispetto a quelle europee e spesso si sovrappongono».
Ammetterà che ci sono comparti della Pa che non funzionano.
«Sappiamo o quali sono le inefficienze e presenteremo un articolato dossier nel quale indicheremo le soluzioni. Ma mi sembra che non ci sia serenità nei confronti degli statali. L’attacco che stanno subendo in termini di retribuzioni e di reputazione è frutto di una campagna che viene da lontano».