Non possiamo esimerci dal manifestare tutta la nostra perplessità su come sono state “regolate” le prove in oggetto.
La coda finale di una travagliata vicenda ha, proprio con la prova svoltasi il 28 giugno u.s., lasciato.
dell’ amaro in bocca a molti colleghi, dei quali registriamo le lagnanze e le facciamo nostre.
Doveroso premettere che non si trattava di un “concorso per assunzione”. Eppure, il “presidio”, le limitazioni veramente estremizzate hanno creato un clima che non ha favorito quella serenità che dovrebbe essere naturale a “casa propria”. Nessuno dei partecipanti che fanno riferimento alla scrivente sigla si aspettava regali od omaggi ma di certo non immaginava di trovarsi un dirigente ogni due concorrenti, in giro continuo per i tavoli. (almeno si è tornati indietro di molti decenni, ho ironizzato) e poi il rischio di vedersi esclusi dal test se quel giorno, magari a causa di un raffreddore, si lasciavano sul tavolo, per qualche istante, dei fazzolettini di carta e per non parlare poi di coloro che disgraziamente assumevano dei diuretici e che andavano incontro a esclusione certa per via del bisogno fisiologico da espletare al servizio igienico. Stupefacente.
Al di là di questi aspetti di forma, vogliamo dare grande risalto a quelli di sostanza.
Ci è giunta voce che in Sicilia si sono verificati dei fatti che non possono essere accettabili.
E’ incomprensibile come non si diano chiarimenti a dubbi definiti legittimi dallo stesso Presidente di Commissione, salvo poi lo stesso rispondere secondo una propria chiave di lettura, (dallo stesso a quanto pare ammesso) ed invitando i colleghi a poterne dare piena diffusione sull’impreparazione a fare risposte.
Apprezziamo il candore ma avremmo preferito che i dipendenti chiamati allo svolgimento delle prove avessero potuto approntare la strategia che ritenevano più opportuna nel caso di incertezze sulle risposte da fornire.
Ciò sarebbe potuto accadere esclusivamente se ai dubbi manifestati (e per giunta dopo aver invitato i partecipanti ad esporre le proprie perplessità) si fossero date risposte puntuali e compiute anziché chiavi di lettura personali. Cosi’ non è stato ed è inevitabile generare delle naturali perplessità sulla regolarità dell’esame. Inaccettabile per il personale e per l’immagine dell’Amministrazione di cui ci pregiamo di far parte.
Infine ma non ultimo non poche preoccupazioni desta il “doppio codice a barre”. Rimane da augurarsi che non vi siano disguidi negli accoppiamenti dei due codici riguardanti lo stesso dipendente.
Palermo 04.07.2013
Il Segretario Nazionale
Giovanni Di Pisa