di Teresa Barone giovedì 23 maggio 2013

Con la pubblicazione del decreto sulla Gazzetta Ufficiale sono ufficialmente introdotte le nuove norme che regolano la firma digitale nella Pubblica Amministrazione. Un provvedimento che si allinea con l’insieme delle regole volte a innovare, digitalizzare erazionalizzazione la PA.

Scopri cos’è la firma digitale

Il decreto stabilisce anche le regole tecniche alla base della firma grafometrica (applicata manualmente sulla tavoletta elettronica), uno step fondamentale per consentire la completa dematerializzazione dei documenti in ambito pubblico: in questo modo, infatti, viene disciplinata la sottoscrizione in digitale anche agli utenti non tecnologici, replicando fedelmente il processo cartaceo tradizionale.

Scopri in che cosa il sistema delle firme digitali fa acqua

«Queste regole tecniche non solo agevoleranno i rapporti tra PA e imprese, ma permetteranno anche un grande risparmio economico per la conservazione e un risparmio sul fronte ecologico: si potrà infatti fare a meno di tonnellate di carta, si eviterà l'abbattimento di migliaia di alberi, e quindi si risparmierà combustibile per i trasporti, consumo di toner inquinante ed energia elettrica. Non sarà un processo immediato ma alcune aziende italiane del settore IT hanno creduto ed investito su un progetto innovativo come questo. Credo sia una tappa importante nella direzione di un rinnovato rapporto fiduciario e trasparente fra i cittadini, le imprese e le istituzioni.»

Firma digitale = leggi le cifre del primo decennio

È la senatrice del Pd Silvana Amati a sottolineare i vantaggi del provvedimento e i benefici per facilitare i rapporti tra le imprese e gli enti pubblici.