Su un provvedimento che libera 40 miliardi per i pagamenti, la norma darà al massimo qualche milione di euro di gettito, ma costituisce una novità. Lunedì giornata decisiva per il dl, con la riunione della commissione Bilancio della Camera
Un emendamento che riguarda le sigarette elettroniche compare tra le ipotesi di “copertura” di una delle misure che, domani, potrebbero essere inserite nel decreto sui debiti della Pubblica amministrazione. La novità è stata proposta dai relatori per applicare l’accisa anche su prodotti contenenti nicotina o sostanze sostitutive del consumo di tabacco. Su un provvedimento di ampia portata, che libera 40 miliardi per i pagamenti dei debiti della pubblica amministrazione, la norma sulle sigarette elettroniche è davvero una minuzia: darà al massimo qualche milione di euro di gettito. Ma certo rappresenta una novità.
Attualmente sull’acquisto delle ricariche per le sigarette elettroniche viene pagata l’Iva mentre non si applica l’accisa prevista invece per il tabacco e i prodotti da fumo. La ‘copertura’ verrebbe introdotta in un emendamento che prevede un ampliamento degli spazi finanziari che le Regioniavrebbero all’interno del proprio patto di stabilità per ‘girare’ a Comuni e Province con la finalità di pagare investimenti, il cosiddetto “Patto di stabilità verticale”. Per il decreto sui debiti della P.a. lunedì sarà una giornata decisiva. La commissione Bilancio della Camera si riunisce alle 10,30 per chiudere con l’esame degli ultimi emendamenti. Il provvedimento è atteso in aula il giorno successivo. E sono attese novità importanti.
E’ stato definito l’emendamento che favorirà la compensazione tra crediti commerciali e debiti tributari. “Abbiamo fatto su questo due importanti passi avanti – spiega il relatore del Pd, Marco Causi – in particolare è stata accettata dalle Finanze l’idea che i crediti certificati abbiano una data e che quindi si possa così compensarli con i crediti tributari e contributivi. E’ stato poi deciso che saranno validi a questo fine i crediti vantati fino a tutto dicembre 2012, mentre prima la data limite era ad aprile, con un effetto di ampliamento della platea di restituzione”. Il rimborso – spiega l’altro relatore, Maurizio Bernardo – è legato anche alla certificazione che viene fatta dai crediti che vengono inseriti nella piattaforma degli enti locali.
Tra gli emendamenti presentati dai relatori ce ne sono altri due importanti. Il primo riguarda le società in house – cioè società costituite da società pubbliche per la gestione esterna di proprie attività senza ricorrere al mercato – che dovranno utilizzare prioritariamente i pagamenti incassati per riversarli a loro volta nei confronti dei rispettivi creditori. Un altro emendamento, invece, introduce l’obbligo per il governo di inserire nella nota di aggiornamento del def 2013 una relazione sull’attuazione del decreto per il rimborso dei debiti della pa. La relazione dovrà indicare anche le altre iniziative necessarie affinchè la legge di stabilità per il 2014 contenga misure per consentire lo smaltimento dei debiti delle amministrazione pubbliche. Sul tavolo ci sarebbero altre due proposte sulle quali il governo sta effettuando valutazioni tecniche. La prima è quella di riconoscere la garanzia dello Stato su alcuni debiti, una ‘certificazione’ che consentirebbe di fatto una ulteriore negoziabilità dei debiti, ampliando così – tramite la liquidità bancaria – i 40 miliardi di risorse destinate a ripagare i debiti e dare ossigeno alle imprese. Un ultimo nodo riguarda infine l’introduzione del “silenzio assenso” alla richiesta di pagamento dei debiti fatto dalle imprese.