Fioccano proiettili, verrebbe da dire. A Viterbo si attenta, con un colpo di carabina, ad un polpen in servizio sul muro di cinta; a Maddaloni feroci rapinatori non esitano ad ammazzare un carabiniere; A Roma un uomo attenta alla vita dei colleghi in servizio a Piazza Colonna. Tornano gli anni di piombo? Forse. Anche se, in questi casi, il collegamento con attività di terrorismo non è dei più appropriati. Resta lo sgomento per fatti di cronaca che avremmo non voluto registrare.

Tutto questo accade nei giorni e nelle ore in cui il Paese scopre di avere (finalmente) un Governo. Abbiamo già diffuso alle agenzie il nostro benvenuto al Governo Letta ed anche il nostro saluto al Ministro Severino. Analogamente nel dare il benvenuto al neo ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri, non abbiamo mancato di auspicare che voglia recuperare ed esaltare un percorso di confronto con le rappresentanze sindacali, che da qualche tempo al DAP (ma ancor più in periferia) sono ridotte al lumicino e praticamente attaccate alla canna del gas. Non sono tra quelli che si arrovella nei dubbi sull'opportunità di collocare un Prefetto sulla poltrona di Via Arenula, semplicemente perché ritengo che ne abbiamo viste di peggio; ed in ogni caso si giudica sui fatti e non con i pregiudizi.

Tra l'altro nelle vesti di Ministro degli Interni la Cancellieri ha dato prova di sapersi districare anche nel variegato mondo del movimento sindacale, prova ne è che in molti già la rimpiangono. Tra l'altro una delle considerazioni che mi porta verso un giudizio di non ostilità verso la nomina della Cancellieri è il fatto che essendosi spesa molto per l'attribuzione del piano carceri ad un Prefetto degli Interni ora dovrà/vorrà lavorare perché il piano carceri (semmai esiste ancora) ritorni nel suo alveo naturale che è il DAP. Chi vivrà vedrà. Di certo tra le priorità del neo ministro della Giustizia non si può non collocare lo stato comatoso del sistema penitenziario. Un sistema che ha bisogno di una riorganizzazione amministrativa ed operativa. In tal senso, lo ripeto, abbiamo deciso di accompagnare il progetto del Pres. Tamburino sull'istituzione dei circuiti regionali e della c.d. sorveglianza dinamica. Progetto che, per quanto ci riguarda, deve essere portato avanti, se non altro perché è l'unico straccio di idea riorganizzativa che l'Amministrazione ha partorito nell'ultimo ventennio.

Ho ragioni di ritenere che il Ministro Cancellieri non mancherà di convocare le OO.SS. per una dovuta presentazione. In quella occasione non potremo non ribadire il nostro convincimento sugli effetti devastantemente penalizzanti di un eventuale spoyl-sistem applicato ai vertici del DAP. Per carità ! Ad ognuno il suo, e le nomine dipartimentali sono ad esclusivo appannaggio della politica e di chi è preposto alla gestione politica dei vari dicasteri ma è altrettanto vero che non è fatto (ancora) divieto di esprimere auspici. Io continuo a pensare che un cambio al vertice del DAP, in questo momento, contribuirebbe al definitivo inabissamento nel mare dell'ingestibilità e dell'inefficienza dell'Amministrazione Penitenziaria.

Anche per questo voglio sperare che, dalle parti di Largo Luigi Daga, non si perpetui l'atavica abitudine di affilare i coltelli piuttosto che impegnarsi a risolvere i problemi. Più in generale il Governo Letta sarà chiamato a dare risposte concrete alla crisi che investe il Paese, sempre più impoverito. Agire in funzione della crescita e della ripresa economica sarà un dovere per il neonato Governo, che questo pomeriggio potrebbe avere il primo voto di fiducia. Abbiamo già avuto modo di apprezzare le doti del Presidente Enrico Letta. Nel Governo Prodi fu uno dei punti di riferimento degli operatori del Comparto Sicurezza.

Abbiamo ragione di credere che il Pres. Letta conservi intatta quell'attenzione verso gli operatori della sicurezza. La visita al carabiniere ferito a Piazza Colonna ne è indizio importante. Tornado all'attualità penitenziaria non può sfuggire come l'attuale Governo abbia al suo interno personalità che hanno, per ragioni diverse, avuto modo di attenzionare il mondo del carcere. Il Ministro Alfano quale ex ministro della Giustizia; il ministro Orlando nelle vesti di responsabile del dipartimento Giustizia del PD; il Sottosegretario Patroni Griffi da ex ministro della Funzione Pubblica. Ma soprattutto la presenza di Emma Bonino nell'esecutivo Letta, più di tutti, è garanzia (almeno speriamo) che le criticità del sistema carcere trovino giusta ed adeguata attenzione nel Governo. Noblesse oblige ..... ma giudichiamo sui fatti e non con i pregiudizi !