di Lucia G. Benenati 24/04/2013

Enrico Letta ha appena accettato con riserva l'incarico da presidente del consiglio conferitogli da Giorgio Napolitano, secondo la formula di rito.

Il discorso di Letta. "Dopo 60 giorni il paese sta aspettando un governo. In questo senso ho accettato l'incarico, una responsabilità che sento forte sulle spalle. Ma il paese ha bisogno di risposte, soprattutto quella parte di paese che soffre, le persone che non hanno lavoro, o le pmi che chiudono. Il primo importante impegno è quello di dare risposte a queste emergenze. Il secondo tema fondamentale è quello di dare risposte con una politica nuovamente credibile. O si trova credibilità o non c'è possibilità di trovare gli strumenti per risolvere i problemi. C'è bisogno di strumenti che solo la politica puo avere. Io metterò grande impegno e determinazione per far sì che possa uscire una politica italiana diversa attraverso riforme costituzionali necessarie per ridurre il numero dei parlamentari, cambiare il sistema di bicameralismo paritario che ha bloccato il paese, fare una nuova legge elettorale", ha dichiarato. "Nutro una profonda gratitudine nei confronti del presidente Napolitano. Il mio sarà un governo di servizio al paese". Parole misurate e prudenti che gli hanno anche fatto dire che "questo governo non nascerà per forza: ci vuole l'impegno di tutti".

Le parole di Napolitano. "Si è aperta la sola prospettiva possibile: la larga convergenza tra le forze politiche che possano assicurare al governo la maggioranza alle Camere. Nel corso delle consultazioni, in particolare tra le forze politiche disposte a collaborare, non sono state poste pregiudiziale, mi è stata data ampia autonomia. Sono stati espressi apertamente apprezzamenti per la persona dell'onorevole Enrico Letta. La mia scelta è caduta su di lui perché sebbene giovane ha già accumulato una grande esperienza politica. Ho piena fiducia del tentativo a cui si accinge l'onorevole Letta e confido in un risultato positivo. E' essenziale in questa fase, nella quale ci sono ricadute polemiche, che si affermi un clima di massimo rispetto reciproco tra le forze politiche. Confido che tutti cooperino alla distensione, compresi i mezzi d'informazione".

Arrivo al Quirinale. Letta è arrivato al Quirinale a bordo della sua auto privata. Una Fiat Ulysse nel cortile del palazzo presidenziale, parcheggiata lungo il colonnato nell'area riservata alle auto ufficiali. Un sorriso a giornalisti e fotografi, il giaccone depositato sul sedile posteriore e poi, accolto dal cerimoniale della Presidenza della Repubblica, Letta è salito per essere ricevuto da Giorgio Napolitano che gli conferirà l'incarico da presidente del consiglio.

Chi è Enrico Letta. Nel 1998 ha battuto Giulio Andreotti: a 32 anni Enrico Letta è stato il più giovane ministro della Repubblica, titolare delle Politiche comunitarie nel primo governo D'Alema. Adesso, diventerà il secondo più giovane premier della storia repubblicana. Ill primato lo detiene Giovanni Goria presidente del Consiglio a 45 anni. Nato a Pisa nel 1966, Letta ha tre figli, sposato con la giornalista Gianna Fregonara.

Tifoso del Milan, appassionato del fumetto di Tiziano Sclavi Dylan Dog, di Elio e Le Storie Tese e del subbuteo, Letta è anche un fan della saga i Pirati dei Caraibi. E' rimasta famosa una sua citazione lo scorso anno a un assemblea del Partito democratico: "Il Pd deve essere un po' meno Forrest Gump e un po' piu' il pirata Jack Sparrow di Johnny Depp". Letta si è avvicinato alla politica grazie a Beniamino Andreatta, conosciuto nel 1990, e diventa ricercatore dell'Arel, l'Agenzia di ricerche e legislazione di cui è segretario generale dal 1993.

In quello stesso anno, come scrive Letta nella biografia sul sito del Pd, il primo contatto con le istituzioni. Segue infatti Andreatta, come capo della sua segreteria, al Ministero degli Esteri, nel governo Ciampi. Proprio Ciampi lo chiama nel 1996 al ministero del Tesoro come segretario generale del Comitato per l'euro.

Dal gennaio 1997 al novembre 1998 è vicesegretario del Partito popolare italiano. Nel novembre del 1998, con il primo governo D'Alema. Nel 2000 è ministro dell'Industria, Commercio e Artigianato nel secondo governo D'Alema. Incarico che conserva, con il governo Amato, per il quale è anche ministro del Commercio con l'Estero fino al 2001. Nel 2001 diventa deputato per la prima volta e s'iscrive alla Margherita.

Nel giugno 2004 rassegna le dimissioni dalla Camera e, da capolista dell'Ulivo, viene eletto deputato europeo per la circoscrizione Italia Nord-Est (circa 173.000 voti). Nella XV Legislatura torna deputato della Repubblica italiana e tra il 17 maggio 2006 e l'8 maggio 2008 è sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri nel governo Prodi. Nel 2007 si candida alla segreteria del neonato Partito democratico ottenendo, con le primarie del 14 ottobre, oltre l'11% dei consensi (391.775 voti).

Nelle elezioni del 13 e 14 aprile 2008, capolista PD nella Circoscrizione Lombardia 2, viene eletto alla Camera dei Deputati.  Poche settimane Walter Veltroni lo chiama a far parte del governo ombra del PD in qualità di responsabile Welfare. Nel 2009, in occasione del Congresso del Partito democratico, decide di appoggiare Pier Luigi Bersani e la mozione che lo sostiene. Il 9 novembre 2009 - dopo le primarie che eleggono Bersani segretario nazionale - viene nominato dall'Assemblea nazionale, ad amplissima maggioranza, vicesegretario unico del Partito Democratico. Alle elezioni politiche del 2013 è capolista del Partito Democratico alla Camera dei Deputati nelle Marche e in Campania.