di Antonio Ciccia 28/03/2013
Il garante della privacy ha dato il via libera allo schema di decreto interministeriale sulla banca dati dell'Inps sulle dichiarazioni dei beneficiari di prestazioni sociali agevolate (parere 14 del 17 gennaio 2013). La banca dati conterrà informazioni sia sui beneficiari delle agevolazioni, sia sui relativi enti erogatori. Diventano così più facili i controlli incrociati per stanare falsi poveri o professionisti dell'assistenza sociale.
Lo schema di decreto, predisposto dal ministero del lavoro, consente di rafforzare il sistema dei controlli dell'Isee (indicatore della situazione economica equivalente): la banca dati è alimentata dagli enti locali e da ogni altro ente erogatore di prestazioni sociali agevolate.
Il ministero ha recepito le precauzioni suggerite dal garante, ad esempio precisando le tipologie di informazioni che costituiscono la banca dati e chiarendo quali debbano essere i soggetti legittimati all'accesso, nonché le relative finalità, così da evitare eventuali trattamenti ingiustificati di dati personali.
La banca dati sarà messa a disposizione dell'Inps stessa, dell'Agenzia delle entrate e della Guardia di finanza. Queste autorità potranno accedere alle informazioni della banca dati per finalità di controllo. È previsto, tra l'altro, che l'Istituto nazionale di previdenza invii alla Guardia di finanza liste selettive di beneficiari per i relativi controlli.
La banca dati sarà a disposizione anche di altri enti pubblici, come regioni e comuni, ma solo per attività di programmazione, monitoraggio e valutazione in materia di politiche sociali: in questo caso, potranno essere utilizzati unicamente dati anonimi o in forma aggregata.
Inoltre l'Inps renderà accessibili ai comuni, limitatamente alle prestazioni erogate dai medesimi enti, le informazioni contenute nella banca dati al fine di migliorare la gestione delle risorse. Peraltro, si ritiene, che i comuni e gli altri enti possano chiedere controlli alla guardia di finanza, la quale potrà accedere alle risultanze della banca dati.
P.a.: attenzione al fax. Con altro provvedimento (n. 65 del 14 febbraio 2013) il garante ammonisce a fare molta attenzione all'uso del fax. Le p.a. non devono inviare comunicazioni ai cittadini usando il fax dell'azienda in cui questi lavorano. In mancanza di una norma di legge o di regolamento o di specifiche indicazioni dell'interessato, la comunicazione è illecita. Anche quando il cittadino mandi una comunicazione da un certo numero di fax, questo non basta per legittimare l'invio delle risposte a quel fax. Può trattarsi di un'utenza, sporadicamente usata, intestata a terzi, i quali possono venire indebitamente a conoscenza dei fatti degli altri. Se l'utenza non è intestata all'interessato bisogna farsi rilasciare una liberatoria.
Videosorveglianza nella cartiera euro. La società italiana autorizzata alla fabbricazione di carta moneta per banconote euro, potrà conservare fino ad un anno le immagini riprese dal proprio sistema di videosorveglianza. Lo ha stabilito il garante al quale la cartiera aveva presentato una verifica preliminare per avere l'autorizzazione all'allungamento dei tempi di conservazione delle immagini registrate dagli impianti di videosorveglianza installati presso due sedi della società. Il termine più lungo è necessario per rispettare le regole stabilite dalla Banca centrale europea.