di Marianna Quatraro 07/03/2013
Bloccata la macchina dei pagamenti dei debiti della Pa elettronica voluta dal Governo Monti per certificare e restituire velocemente gli oltre 70 miliardi di euro vantati dalle imprese nei confronti delle amministrazioni pubbliche.
L'Abi ha, infatti, lamentato poca trasparenza, ritardi nella realizzazione dei collegamenti tra banche e Mef, difficoltà operative anche per far scattare il Fondo di Garanzia per le Pmi.
Nella lettera inviata dall’Abi, l’Associazione ha anche invitato l'amministrazione a valutare l'ipotesi di consentire in via temporanea a chi eroga il credito di poter comunque verificare lo stato di utilizzo di un determinato credito certificato e cioè di poter segnalare sulla piattaforma le operazioni di smobilizzo che si vogliono realizzare.
Ha, inoltre, invitato ad un intervento normativo sulla cessione dei crediti derivati da appalti pubblici. In questi casi, infatti, le banche devono per obbligo aspettare fino a 45 giorni dalla data di cessione di questi crediti prima di poter procedere all'erogazione nei confronti delle imprese.
Ma i problemi sono tanti altri, a partire dall'inaccessibilità della piattaforma da parte delle banche per realizzare operazioni di smobilizzo (anticipazione o sconto) dei crediti certificati che riduce notevolmente il grado di trasparenza, e, sempre secondo l'Abi, sui crediti certificati telematicamente le banche sono impossibilitate a verificare se quei crediti siano stati oggetto di precedenti operazioni di compensazione o di smobilizzo.
Un'azienda potrebbe, infatti, compensare il suo credito anche successivamente rispetto a quando ha ottenuto la certificazione, senza però che un intermediario eventualmente interessato a un'operazione di smobilizzo di quel credito abbia possibilità di acquisire il dato sull'avvenuta compensazione con debiti erariali. In questo modo, spiega l'Abi, si riduce per la banca la garanzia rappresentata dall'esistenza del credito che l'impresa ha con la Pa.