Riforma della pubblica amministrazione e «lotta senza quartiere» alla corruzione. Il Pd, con il vicesegretario Enrico Letta, scopre (nei dettagli, perché le proposte si trovano da tempo sul sito dem) un altro dei tasselli che compongono il programma di governo per la prossima legislatura. In una conferenza stampa al Nazareno con Marco Meloni e Oriano Giovanelli Letta spiega che in questo campo servono «scelte forti» perché la legge anticorruzione approvata quasi allo scadere dal governo Monti (al quale comunque si chiede di intervenire sulla vicenda Finmeccanica mettendo mano «rapidamente a una soluzione che sia in grado di assicurare continuità e rilancio del paese») non è sufficiente perché è stata «azzoppata dal centrodestra».
I dem prefigurano un programma in tre fasi: primi cento giorni, entro il 2013, entro il 2018. Dunque, dagli interventi immediati a quelli che è possibile mettere in campo nell’arco di una legislatura. Nell’immediato ci sarà la «definizione e presentazione al parlamento di un piano strategico per la riorganizzazione strutturale della pa; l’approvazione di una “lenzuolata” di misure urgenti per la semplificazione e del programma 2013-2015 per la riduzione degli oneri e dei tempi; l’istituzione di un “organismo multilivello per la semplificazione”, cabina di regia tra stato, regioni e autonomie, con il coinvolgimento delle associazioni e delle categorie produttive e dei cittadini utenti e consumatori, per assicurare la massima efficacia e operatività al programma con la partecipazione di tutti i livelli di governo; l’adozione dell’Agenda digitale pubblica, finalizzata ad aumentare l’uso delle tecnologie nei procedimenti amministrativi, con un piano che entro la fine della legislatura realizzi la completa digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni».
Poi, entro fine anno, il Pd pensa che ci possa essere un «superamento dei tagli lineari della spending review del governo Monti e l’impostazione di piani industriali per le singole amministrazioni, per sistemi territoriali e per filiere di politiche pubbliche; il completamento delle misure sulla trasparenza totale della pa sul modello del Foia (Freedom of information act): per i cittadini pieno diritto alla consultazione online di tutti i documenti della pa, fatto salvo il segreto d’ufficio e il segreto di stato; l’attuazione e il rafforzamento dei provvedimenti anti-corruzione agendo sul sistema delle sanzioni penali (falso in bilancio, auto riciclaggio) ed elaborando il Piano nazionale anticorruzione e dei piani delle singole amministrazioni; l’avvio in collegamento con processi di revisione costituzionale, di misure di ridisegno/snellimento del reticolo di enti/strutture della pa che favoriscano un contenimento della spesa corrente specie nelle componenti improduttive di auto-amministrazione e la riduzione dei centri di responsabilità politica con i costi correlati».
Entro la legislatura, secondo il Pd, è possibile «costruire un sistema di pa che funzioni in un quadro di federalismo solidale; realizzare uno stato centrale snellito e più integrato; reimpostare il quadro di riferimento per la gestione del personale pubblico» che preveda la «definizione di dotazioni organiche unitarie per ampi sistemi territoriali», una «radicale riforma e riorganizzazione del sistema formativo delle agenzie pubbliche nazionali e locali» e la «valorizzazione del merito e delle condizioni di trasparenza e accessibilità nelle nomine pubbliche a ogni livello».
AndreaTognotti