di Andrea Mascolini
I dipendenti pubblici devono documentare l'iter seguito nel loro processo decisionale (tracciabilità documentale); ammessi soltanto regali fino a un massimo di 150 euro e se di importo superiore i regali devono essere «immediatamente» restituiti; illegittimi gli incarichi di collaborazione per chi ha avuto interessi economici in attività o decisioni dell'ufficio che deve conferire l'incarico; obbligo per il dipendente di comunicare l'adesione ad associazioni o organizzazioni con interessi vicini a quelli dell'ufficio; obbligo di comunicare eventuali suoi rapporti di collaborazione con privati, o di parenti e affini entro il secondo grado, intercorsi negli ultimi tre anni e obbligo di astensione; le violazioni al codice di comportamento, fonte di responsabilità disciplinare, saranno sanzionabili anche con l'espulsione ma la sanzione dovrà essere sempre commisurata alla gravità della violazione dei doveri; i Ccnl potranno prevedere ulteriori criteri di individuazione delle sanzioni.
Sono queste alcune delle indicazioni contenute nello schema di dpr recante il codice di comportamento dei dipendenti pubblici, che attua l'articolo 54 del dlgs 165/2001 come sostituito dall'articolo 1, comma 44 della legge 190/2012 (la cosiddetta «anticorruzione»). Il provvedimento, che sostituirà il dm della funzione pubblica del 28 novembre 2000, ha ottenuto il via libera della Conferenza unificata e dovrà essere inviato al Consiglio di Stato.
Destinatari del codice sono tutti i dipendenti, dirigenti e non dirigenti delle pubbliche amministrazioni, ma le norme del codice costituiranno principi di comportamento anche per le restanti categorie di personale. In particolare le pubbliche amministrazioni sono chiamate ad estendere gli obblighi di condotta previsti dal codice ai propri collaboratori e consulenti, ai titolari di organi e incarichi negli uffici di diretta collaborazione delle autorità politiche e ai collaboratori di imprese fornitrici di servizi a favore dell'amministrazione.
Dopo avere richiamato il rispetto della Costituzione e dei principi di integrità correttezza, buona fede, proporzionalità, obiettività, equità e ragionevolezza, il codice chiama il dipendente ad improntare la sua azione anche ai principi di economicità, efficienza ed efficacia, oltre a quello di contenimento dei costi nella gestione della risorse pubbliche. Particolare attenzione viene riservata alle regalie: in primis il dipendente non deve chiedere - né per se, né per altri - né accettare regali o altre utilità «salvo quelli d'uso di modico valore effettuati occasionalmente nell'ambito della normali relazioni di cortesia».
La soglia di modico valore si fissa a 100 euro «in via orientativa», ma i piani di prevenzione della corruzione possono fissarla anche in misura diversa (anche più bassa) ma mai oltre i 150 euro. Laddove riceva regali oltre questa somma, il dipendente è tenuto «immediatamente» alla restituzione. Previsto il divieto di accettare incarichi di collaborazione da privati che abbiano o abbiano avuto nel biennio precedente interesse nelle attività dell'ufficio. Se il dipendente aderisce ad associazioni o organizzazioni i cui ambiti di interesse sono coinvolti o interferiscano con lo svolgimento dell'attività dell'ufficio, deve comunicarlo all'amministrazione. Non esiste analogo obbligo per l'adesione a partiti politici e sindacati.
Rilevanti anche gli obblighi di comunicazione di tutti gli interessi finanziari e dei potenziali conflitti di interesse rispetto a rapporti di collaborazione con privati (propri, dei parenti e degli affini entro il secondo grado) intercorsi fino a tre anni prima dell'assunzione; connesso a questo obbligo c'è quello di astensione dal prendere decisioni o svolgere attività in conflitto anche potenziale di interessi con il coniuge, conviventi, parenti e affini entro il secondo grado. Ovviamente il dipendente dovrà anche rispettare il piano di prevenzione della corruzione, fermo restando l'obbligo di denuncia all'autorità giudiziaria di eventuali situazioni di illecito di cui venga a sapere.
Il dipendente, oltre ad assicurare l'adempimento degli obblighi di trasparenza «totale» previsti in capo alle amministrazioni, dovrà anche garantire, attraverso un adeguato supporto documentale, la tracciabilità dei processi decisionali adottati, in maniera che siano «replicabili». Confermato, nei rapporti con il pubblico, l'obbligo di esibire in modo visibile il badge, di rispettare gli standard di qualità e quantità fissati dalla amministrazione e di osservare il dovere di ufficio. La vigilanza sul rispetto del codice sarà affidata ai dirigenti responsabili, alle strutture di controllo interno e agli uffici etici e di disciplina o agli uffici procedimenti disciplinari.
La violazione degli obblighi del codice configura sempre responsabilità disciplinare e ai fini della valutazione delle sanzioni, che possono arrivare anche all'espulsione, occorrerà tenere conto della gravità dell'atto; i contratti collettivi nazionali di lavoro potranno definire criteri di individuazione delle sanzioni in relazione alle tipologie di violazione del codice.