di Antonio Criscione

Il timore di non farcela. Il 52% degli italiani intervistati per Plus 24 da IPR Marketing teme di potersi trovare nella situazione di non potere affrontare i debiti. E mentre al Nord la percentuale di chi ha timori a questo proposito, rispetto a chi è sereno, si colloca a livelli simili (42 contro 41 per cento) al Centro si sale a 53 contro 44 e al Sud si arriva a 64 di "spaventati" contro il 25 di "sereni". In pratica un termometro chiaro dell'andamento della crisi.

E infatti per le previsioni sul futuro è ancora la metà degli intervistati a temere un peggioramento. Un 42% pensa che la situazione rimarrà stabile e solo l'8 per cento vede un miglioramento nel proprio futuro. Cosa può portare a un peggioramento? Vedendo le preoccupazione per il futuro, il timore più diffuso è quello rappresentato dall'aumento delle tasse, ancora più della perdita di potere di acquisto. Uno su 10 teme il default dell'Italia, dovendo scegliere quindi questa non appare la minaccia più concreta.

Cosa fare se la situazione precipita
Mettiamo invece, facendo i debiti scongiuri, che la situazione personale precipiti. Cosa si può fare? Il decreto sviluppo, come convertito in Parlamento, prevede ora un istituto, quello della "esdebitazione", non è una via facile e neanche indolore. Però – in determinati casi – può dare alle persone la possibilità di ricominciare, liberate dall'incubo di un debito inestinguibile a vita. Oltretutto con la possibilità anche per i debitori di avere qualche chance in più di recuperare i capitali investiti. Eppure questa possibilità è conosciuta solo dal 5 per cento degli italiani. Una soluzione quindi sconosciuta. Ma anche temuta. Il 74 per cento degli italiani teme infatti che di fronte a questa possibilità le banche saranno ancora più restrittive nel fissare i criteri per concedere credito ai consumatori, per mutui o prestiti. In realtà questa possibilità c'è, ma se correttamente impostato, questo istituto potrà dare anche ai creditori alla fine dei conti maggiore garanzie