Più leggiamo la bozza del nuovo decreto performance più c’è da preoccuparsi. Prendiamo le modifiche al sistema di accesso alla qualifica di dirigente di seconda fascia. L’articolo 28 del Testo Unico del Pubblico Impiego viene completamente stravolto, prevedendo che il 50% degli accessi avvenga attraverso corso-concorso bandito dalla SNA, il 20% tramite concorso e il 30% mediante “sviluppo di carriera del personale non dirigenziale in servizio presso l’amministrazione che bandisce la procedura” con anzianità di almeno 5 anni nell’area dei funzionari o di almeno 2 anni nelle elevate professionalità.
Quindi, oltre al famigerato comma 6 dell’art. 19 (che, a quanto sembra, rimarrà in vigore), avremmo anche questo nuovo e ben più sostanzioso canale di attribuzione temporanea di incarichi dirigenziali di fascia bassa. Ma è il meccanismo di attribuzione che riserva le sorprese più interessanti.
Questo, infatti, si articolerebbe in due fasi distinte nel tempo: la prima per selezionare comparativamente i soggetti a cui conferire l’incarico valutando titoli, comportamenti, attitudini e performance. La seconda, quattro anni dopo, per valutare i risultati conseguiti. E se la “valutazione finale” è favorevole, scatta l’inserimento nei ruoli dirigenziali.
Ma ecco il vero coniglio dal cilindro: ad effettuare le selezioni e le valutazioni saranno due “commissioni indipendenti” di sette membri, tra cui quattro dirigenti dell’amministrazione interessata. In base a cosa faranno le valutazioni? Nessuno lo sa. Ci penserà un regolamento ministeriale a definire le regole. Il che significa che un semplice atto amministrativo basterà a stabilire i criteri di assegnazione del 30% degli incarichi dirigenziali nella P.A. che piace al nostro ministro Zangrillo.
E così prende forma una riforma che fissa la nuova frontiera della meritocrazia: quella basata sulle “attitudini manageriali” e sulle “qualità di leadership” degli aspiranti dirigenti certificate dai loro superiori. Cioè quanto di più aleatorio, fumoso e inconsistente si possa immaginare, facilmente malleabile sotto la spinta di qualsiasi interesse di natura personalistica. Altro che trasparenza e imparzialità.
Sandro Colombi, Segretario generale UIL Pubblica Amministrazione
Roma, 17 marzo 2025