Da qualche tempo sembra che l’unica ragion d’essere della Pubblica Amministrazione italiana sia quella attuare il PNRR nei tempi previsti e secondo gli impegni che il nostro Paese ha assunto con l’Europa. Tutto il dibattito sull’efficienza della P.A. ruota intorno a questo problema come se le amministrazioni non avessero altre funzioni da assolvere oltre all’attuazione delle parti del PNRR di loro competenza. Perfino temi complessi come quelli che riguardano l’automazione dei processi lavorativi e le potenzialità dell’intelligenza artificiale vengono affrontate con il pensiero rivolto al grande Piano.
Il risultato è una singolare distorsione della prospettiva con cui si misurano la qualità e l’efficienza degli uffici pubblici. Una distorsione causata da interessi di parte che non hanno a cuore la soluzione dei problemi reali in cui si dibattono da anni le amministrazioni dello Stato. Le quali si trovano in una crisi sistemica che va ben oltre i problemi (pure importantissimi) di attuazione del PNRR, di rispetto delle carte dei servizi o di valutazione della performance per premiare il merito.
Di retorica sinceramente non ne possiamo più. Se qualcuno vuol sapere in che condizioni si trova realmente la Pubblica Amministrazione italiana deve andare oltre l’orizzonte del PNRR, perché i suoi problemi sono strutturali e non finiranno nel 2026. E se qualcuno ha voglia di comprendere come funzionano realmente le strutture che erogano servizi a cittadini e imprese, deve avere il coraggio di ascoltare i lavoratori pubblici, facendosi spiegare da loro a che livello di disorganizzazione, di confusione e di destrutturazione sono ridotte oggi le amministrazioni nazionali e territoriali.
A differenza di tanti retori noi questo coraggio ce l’abbiamo. Per questo stiamo pubblicando sul nostro sito internet una serie di interviste rilasciate dai nostri responsabili regionali ai quali abbiamo chiesto di descriverci le condizioni in cui versano le amministrazioni nei loro territori. Nessuno le conosce meglio di loro grazie alla quotidiana attività sindacale svolta nei luoghi di lavoro. È una radiografia della P.A. condotta dall’interno della P.A.
Perciò invitiamo a leggere questi documenti perché assumono quasi un carattere di testimonianza storica e, in un certo senso, di ultima chiamata alla politica e a chiunque in questo Paese abbia il potere di invertire il progressivo smantellamento del lavoro pubblico. Uno smantellamento che riflette un progetto di ritiro dello Stato dalle sue funzioni. Ma a beneficio di chi?
Lo chiediamo soprattutto al ministro della Pubblica Amministrazione. Vorremmo che fosse lui, più di chiunque altro, a leggere queste testimonianze. Forse incomincerebbe a rendersi conto dell’enorme distanza che separa la grancassa degli annunci dalla realtà che i lavoratori pubblici sono costretti a vivere tutti i giorni.
Sandro Colombi, Segretario generale UIL Pubblica Amministrazione
Roma, 5 luglio 2023