Per chi vuole indagare sui motivi che sono all’origine delle disastrose condizioni in cui si trova la P.A. italiana consigliamo di leggere l’ultimo report Ragioneria Generale dello Stato sui pubblici dipendenti, uscito qualche settimana fa con i dati aggiornati al 2021. Una vera miniera di informazioni alla quale in troppi dedicano solo un’occhiata distratta.
I dati sul costo del lavoro pubblico mostrano che negli ultimi dieci anni le Funzioni Centrali sono l’unico comparto della P.A. – insieme alle Funzioni Locali – dove si è registrato un calo percentuale, malgrado gli incrementi retributivi della tornata contrattuale 2016-2018. Il calo è la conseguenza delle politiche di abbattimento dei livelli occupazionali nei ministeri, negli enti pubblici non economici e nelle agenzie fiscali.
In valori assoluti, il costo totale del personale nella P.A. è cresciuto di circa 9 miliardi di euro nel decennio 2012-2021, a parità di enti considerati. Ma nelle Funzioni Centrali è diminuito di 1 miliardo e mezzo. E alle Funzioni Locali è andata anche peggio, con un calo di circa 4 miliardi. In percentuale la batosta si rivela in tutta la sua massiccia evidenza: meno 13,3% il costo del personale nelle Funzioni Centrali, meno 15,1% per le Funzioni Locali. E oggi gli stessi che hanno demolito la P.A. piangono lacrime di coccodrillo sull’inefficienza dei Ministeri, delle Regioni e dei Comuni che rischia di farci perdere i miliardi del PNRR. Irresponsabili e ipocriti. Non c’è altro modo di chiamarli.
Infine, la spesa per le retribuzioni: anche qui i numeri della RGS parlano chiaro. In dieci anni (2012-2021) le Funzioni Centrali hanno visto un calo del 12,3%, che fa il paio con il meno 14,5% registrato nello stesso periodo alle Funzioni Locali. Tutti gli altri settori hanno visto un aumento, magari modesto, come nella Sanità, oppure più marcato, come nell’Istruzione. Ciò significa che le finanze pubbliche nel 2021 hanno risparmiato più di 3 miliardi di euro rispetto al 2012 per le retribuzioni lorde del personale a tempo indeterminato di Funzioni Centrali e Funzioni Locali. E che questi risparmi hanno coperto parte delle spese per gli incrementi retributivi degli altri settori. Insomma, una partita di giro. Dove l’ultimo dei problemi che interessava i decisori politici era quello di curare l’efficienza dei ministeri o dei comuni.
La visione del futuro dell’attuale governo si vedrà tra pochi giorni, quando verrà presentato il DEF 2023. Vedremo in concreto quali investimenti si propone di effettuare per il lavoro pubblico. Vedremo quali risorse reali intende mettere a disposizione per il rilancio della P.A., comprese quelle da destinare ai prossimi rinnovi contrattuali. Nel frattempo, leggiamo sui soliti giornaloni le bozze di un nuovo decreto salva-PNRR che conterrebbe una sorta di programma di nuove assunzioni nei ministeri. Ma i numeri sono talmente esigui che sembra un pesce d’aprile a scoppio ritardato.