Il senatore di Foza Italia Paolo Zangrillo, eletto nel collegio uninominale Piemonte 04 (Alessandria), è il nuovo Ministro per la Pubblica Amministrazione del governo Meloni. Il suo percorso professionale è iniziato nelle posizioni di vertice delle Risorse Umane per Magneti Marelli ed è proseguito con incarichi manageriali HR presso Teksid (Gruppo Fiat), Fiat Powertrain Technologies (poi Fiat Chrysler), come vice presidente, e IVECO.
Ha un approccio decisamente imprenditoriale nell'avvicinamento al suo nuovo dicastero, che potrebbe portare tante novità nel settore pubblico (nonostante lui non condivida del tutto la dicotomia pubblico/privato).
Ministro, quali sono stati i primi incontri che ha svolto?
«Con la struttura del Ministero: i primi giorni sono stati dedicati a ricostruire la squadra, perché quando cade un Governo cessano anche le figure legate direttamente al Ministro. Ho fatto molti incontri e studiato i dossier per capire quali sono i progetti in pista e le attività da prendere in carico».
Dal Piemonte, cosa Le è stato già segnalato?
«In Piemonte mantengo la carica di coordinatore regionale di Forza Italia, ho partecipato anche al primo coordinamento da quando sono Ministro. Ricevo moltissime sollecitazioni dal territorio: per il Piemonte avere dei è una grande opportunità. Cercherò di essere il più presente possibile, rispettando le attività del ministero che mi assorbono tantissimo tempo: il contesto attuale ha i colori del dramma, si sta lavorando alla legge di Bilancio 2023 per affrontare le emergenze come il caro energia, l'inflazione e dare risposte a famiglie e imprese».
Come si fa a valutare il merito nella Pubblica Amministrazione?
«La PA ha 3,2 milioni di dipendenti e ha bisogno di funzionare bene. Deve disporre di competenze adeguate, tenere piani di formazione, fornire gli strumenti che servono soprattutto in questa fase di profonda trasformazione. Un'organizzazione, per funzionare, ha bisogno di persone che sappiano lavorare insieme e che abbiamo la consapevolezza che ci sia un premio e un riconoscimento. I dirigenti hanno molta responsabilità: oltre a far andare avanti la macchina tecnicamente, devono sapere come far crescere il capitale umano, la loro capacità di performare e i comportamenti organizzativi efficaci. Il livello di formazione deve essere adeguato e stimolante: generalmente, chi non è contento tende a fare un passo indietro. La sfida è superare la narrazione di una Pubblica Amministrazione lenta, arcaica, con tante persone che non hanno voglia di fare: voglio combattere questa narrazione con i fatti, con imprese e utenti che godano di ottimi servizi».
In cosa il pubblico dovrebbe copiare dal settore privato?
«C'è l'abitudine a distinguere tra pubblico e privato, ma è una distinzione che comprendo sempre meno. Ho fatto il manager di aziende private e situazioni pubbliche e ho visto che in entrambe occorre sempre una forza lavoro di persone che hanno caratteristiche, competenze e motivazione. Non vedo distinzione tra pubblico e privato».
Come si rapporterà con i sindacati?
«La scorsa settimana, insieme a Meloni e ai ministri del Lavoro e dello Sviluppo Economico, ho incontrato le Organizzazioni sindacali nazionali. Sono una controparte essenziale perché molte attività sono condivise, a partire dalla disciplina dei contratti. Auspico di avviare un dialogo costruttivo: ho fatto anni di relazioni industriali, apprezzo il rapporto chiaro e diretto con i sindacati. D'altronde, abbiamo interessi comuni, cioè avere una forza lavoro motivata. La logica dello scontro tra sindacato e datore di lavoro la trovo una descrizione passata. Sindacati e aziende hanno gli stessi obiettivi e le stesse aspettative».
Smart Working: "sì o no" per la PA?
«Lo smart working è un fenomeno che esiste e abbiamo una serie di contratti a livello locale che lo disciplinano, e la PA a livello generale ha definito una serie di linee di indirizzo. È uno strumento organizzativo che anche la PA può valutare e utilizzare al meglio. Determina la necessità di ripensare al modello organizzativo dell'azienda: si passa da una logica di controllo, dove si condivide lo stesso spazio fisico, ad una logica di risultato dell'attività. Ma le organizzazioni, per funzionare bene, devono tenere dei punti di contatto e di relazione con colleghi e dirigenti, quindi devono essere necessariamente alternati e bilanciati i momenti di smart working e quelli in presenza».
Dopo la rivoluzione portata dallo Spid, come procederà la digitalizzazione nelle procedure amministrative?
«Dallo scorso 1° novembre abbiamo avviato il portale di reclutamento "inPa" (www.inpa.gov.it), che gestisce tutta l'attività concorsuale e il processo di inserimento delle persone in azienda. Non sarà più necessario pubblicare le attività concorsuali in Gazzetta Ufficiale; è uno strumento innovativo che molte Amministrazioni stanno già utilizzando. Inoltre, in linea con gli obiettivi del Pnrr per il nostro Ministero, stiamo lavorando sul tema delle competenze, del fabbisogno dei nostri dipendenti e della semplificazione. L'impostazione che voglio dare della PA è la spinta ad un dialogo maggiore tra Amministrazione centrale ed Enti locali. La nostra presenza sul territorio è fondamentale, è qui che si erogano i servizi e si ha la consapevolezza di ciò che non funziona».
Il Piemonte La vedrà tornare spesso «a casa»?
Certo! La scorsa settimana, ad esempio, sono stato ospite ad alcuni eventi nel Cuneese e nell'Alessandrino. Parteciperò ad un momento essenziale di incontro con i territori: l'assemblea nazionale Anci (Associazione nazionale Comuni di Italia), che si svolgerà a Bergamo».
Per chiudere in leggerezza: la PA è un settore bersaglio di satira, ironia e luoghi comuni. Come affronterà le provocazioni?
«Combatterò questi luoghi comuni! Quello più diffuso è dei furbetti del cartellino e dei fannulloni. Ma sono convinto del fatto che su 3,5 milioni di dipendenti, il 99% sia per bene: sono invece preoccupato per l'assenteismo intellettuale, ovvero persone in presenza ma distratte perché scarsamente motivate».
Intervista tratta da "In Piemonte"
https://www.funzionepubblica.gov.it/sites/funzionepubblica.gov.it/files/inpiemonte_Zangrillo.pdf