di Mario Calabresi

Un onorevole su cinque avrà meno di 35 anni alla Camera e di 50 al Senato. Centinaia di esordienti:

in testa grillini e vendoliani. Nel Pdl 80% di confermati

Come sarà il prossimo Parlamento? A questa domanda si dovrebbe rispondere che lo sapremo soltanto tra un mese, dopo il voto, ma non è così. La legge elettorale con cui saremo chiamati alle urne anche questa volta permette ai cittadini di scegliere soltanto un simbolo ma non i deputati e i senatori che li rappresenteranno. I parlamentari, come noto, li hanno già scelti i partiti - con delle differenze non di poco conto dove ci sono state le primarie - e molti di loro sanno già quante possibilità hanno di conquistare un seggio.

Ogni forza politica ha compilato le sue liste distinguendo tra gli eletti sicuri, i possibili e quelli improbabili basandosi sui sondaggi. La Stampa, insieme alla Fondazione Hume e a Luca Ricolfi, ha seguito lo stesso percorso per simulare la composizione del prossimo Parlamento. Abbiamo preso come riferimento il sondaggio Piepoli pubblicato ieri (che indicava quanti possibili seggi ogni partito può conquistare in ogni collegio e in ogni regione alla Camera e al Senato) e incrociandolo con le liste elettorali abbiamo ottenuto dei risultati molto interessanti e in parte sorprendenti.

Il prossimo Parlamento sarà molto più rosa e giovane dei precedenti, portandoci al livello dei Paesi europei più avanzati, e il tasso di ricambio degli eletti, ovvero l'ingresso di volti nuovi, non è mai stato così alto. Naturalmente non tutte le forze politiche si sono comportate allo stesso modo, ma qui avete tutti gli strumenti per farvi un’idea precisa e per capire come ogni partito ha immaginato di rispondere alle sfide del cambiamento e ai venti dell’antipolitica.