La Pubblica Amministrazione cambia pelle. Si è concluso l’iter del decreto “Semplificazione e innovazione digitale" che rappresenta la base normativa per il processo di digitalizzazione
La Pubblica Amministrazione cambia pelle. La ministra per l’Innovazione Paola Pisano da mesi sta lavorando alla grande trasformazione che interesserà tutti noi, perché impatterà sul funzionamento della PA nel quotidiano. Un enorme passaggio alla digitalizzazione, che cambierà le nostre abitudini.
Con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale della legge di conversione, si è concluso l’iter del decreto “Semplificazione e innovazione digitale” che rappresenta la base normativa per velocizzare il processo di trasformazione digitale della PA.
L’obiettivo è portare a una crescente e efficace digitalizzazione, affinché la PA sia sempre più vicina e al servizio di cittadini e imprese. Il passaggio al digitale è essenziale per semplificare i rapporti di tutti noi con la Pubblica Amministrazione e contribuire al rilancio economico del Paese, tanto più dopo la crisi generata dalla pandemia di Coronavirus.
“Abbiamo ora un insieme di norme che ci permette di accelerare lo sviluppo migliorando la qualità della vita dei cittadini e agevolando il lavoro delle imprese” ha detto Pisano. Con questo provvedimento il Governo ha anche voluto dimostrare in maniera chiara all’Europa che l’Italia si sta già muovendo nella direzione indicata dal Recovery Fund.
Cosa cambia con la PA digitale
La transizione al digitale passa attraverso la cultura dell’innovazione, cioè la predisposizione che si auspica sia fatta propria anche dalla Pubblica Amministrazione ad utilizzare nuovi approcci e nuove tecnologie per rispondere alle sfide della nostra società in campi diversi come la mobilità, la medicina e altro.
Per questo la norma del decreto su “diritto a innovare” prevede procedure semplificate di cui beneficeranno imprese, start up e centri di ricerca per sperimentare progetti innovativi per lo sviluppo.
Anche il Decreto legge “Cura Italia” ha introdotto disposizioni per aiutare la Pubblica Amministrazione nel dotarsi di tecnologie innovative, con l’intento di agevolare le attività da remoto, come il lavoro agile e la didattica a distanza.
Arriva lo smartphone per i servizi pubblici
Quale sarà dunque la road map di questa grande rivoluzione? Entro il 28 febbraio 2021 tutte le amministrazioni sono tenute ad avviare i loro processi di trasformazione digitale. Eccezione sarà fatta solo per i piccoli Comuni con popolazione inferiore a 5mila abitanti, per tenere conto delle difficoltà legate all’emergenza Covid.
Tradotto, significa che tutti i servizi pubblici dovranno diventare fruibili attraverso lo smartphone, che, dati alla mano, è lo strumento più usato dagli italiani per comunicare a distanza.
E dunque, potremo usare lo Spid, l’app IO e pagoPA praticamente per tutti i servizi pubblici di cui abbiamo bisogno.