Il caso dell’ufficiale giudiziario risultato positivo al tampone Covid 19 preoccupa la Uil Pubblica Amministrazione Sicilia, impegnata in questi giorni in un’azione di protesta in merito all’assenza di adeguate condizioni di sicurezza e benessere per i dipendenti degli uffici della cittadella giudiziaria del Tribunale di Palermo.
Nei giorni scorsi Alfonso Farruggia, segretario generale della Uilpa Sicilia, aveva acceso i riflettori sul pericolo in atto, a seguito della notizia, confermata, del magistrato e dell’avvocato contagiati, sottolineando l’inefficacia dei provvedimenti adottati dall’amministrazione e, in qualche caso, anche la scarsa sensibilità nei confronti dei lavoratori, invitati a provvedere a spese proprie all’effettuazione del test.
Comportamenti fortemente stigmatizzati dalla sigla sindacale, dichiaratasi sin dall’insorgenza del virus, favorevole al mantenimento dello smart working a oltranza: nei mesi scorsi, proprio Farruggia era intervenuto nel dibattito con gli avvocati e aveva manifestato fortissime perplessità in merito al ritorno negli uffici e alla ripresa delle regolari attività, pur nella consapevolezza della necessità di salvaguardare il lavoro del comparto forense.
“Oggi sono gli stessi avvocati, attraverso il loro Ordine professionale – commenta l’esponente della Uil – a chiedere con forza ciò che noi ripetiamo da mesi: resisi conto della nocività degli assembramenti, come dichiarato dagli stessi a mezzo stampa e dopo avere proclamato lo stato di agitazione della categoria, sostengono ora la necessità di rivedere l’organizzazione del lavoro sotto il profilo delle udienze, della celebrazione secondo orari differenziati e persino dell’implementazione degli strumenti telematici: le istanze che la Uilpa, in sintesi, ha da sempre indicato come prioritarie”.
“Avevamo previsto tutto quello che sta accadendo attualmente – rincara la dose l’esponente sindacale – e, malgrado l’ingrato ruolo di Cassandra della situazione, avevamo invitato l’amministrazione a mettere in atto tutte le misure possibili per il contenimento del virus, ma ciò ad oggi non è stato fatto, come dimostrano i contagi, per ora limitati, ma che potrebbero crescere a livello esponenziale laddove i vertici del Tribunale dovessero ignorare la gravità di questa delicatissima fase”.
Ad aggravare la situazione, anche la vicenda del Palazzo ex EAS, oggetto di una vertenza a firma della sigla che ha più volte e in diverse sedi denunciato la problematicità delle condizioni strutturali dell’immobile: il sindacato ha chiesto il trasferimento dei dipendenti presso un’altra sede, individuata, secondo indiscrezioni, nel palazzo che ospitava i servizi di Riscossione Sicilia.
Secondo la Uilpa, la priorità attuale è comunque rappresentata dai test sierologici volontari che il personale chiede di ripetere alla luce del crescente numero di casi verificatisi nel corso delle ultime settimane.
“I lavoratori – spiega Farruggia insieme ad Antonio Nicolao e Giuseppe Manno, rispettivamente coordinatore e vice coordinatore della Uilpa Giustizia di Palermo – vogliono essere nuovamente sottoposti al test: è trascorso troppo tempo dalle ultime prove sierologiche, effettuate tra la fine di maggio e gli inizi di giugno”.
“Il tutto – chiarisce – dovrà svolgersi a totale carico dell’amministrazione, poiché il personale non può fare i conti, è proprio il caso di dirlo, con le scelte inadeguate ad oggi intraprese, senza alcun confronto con le organizzazioni che rappresentano i lavoratori”.
“I test, più volte sollecitati – conclude – costituiscono, in questa fase di prorogata emergenza sanitaria, l’unico antidoto da contrapporre all’avanzata del virus e, laddove la nostra richiesta non dovesse essere accolta, sarebbe facile prefigurare un clima di assoluta invivibilità negli uffici, dove attualmente la paura tra i dipendenti è, comprensibilmente, molto alta”.
Il sindacato, infine, torna a chiedere un incontro urgente con i vertici dell’amministrazione per individuare un percorso condiviso a tutela della salute e dell’incolumità di dipendenti e utenti.