Nel Fisco Day, i lavoratori delle Agenzie Fiscali Entrate e Dogane si preparano alla grande manifestazione del prossimo 6 febbraio.
Le Federazioni delle Funzioni Pubbliche di Cgil, Cisl e Uil denunciano lo sconcertante disinteresse e disattenzione della politica e l’assenza di una visione strategica della dirigenza dell’Agenzia delle Entrate e delle Dogane/Monopoli per l’attuale situazione in cui versano gli uffici. Una situazione che si riflette negativamente sul quotidiano lavorativo del personale.
Ieri, durante un’assemblea con i lavoratori di Messina convocata in quello che è stato ribattezzato come “Fisco day”, è stato proclamato lo stato di agitazione. E ci si prepara alla manifestazione in programma il prossimo 6 febbraio.
Durante l’assemblea sono state sottolineate le diverse criticità: l’assenza del Direttore Generale dell’Agenzia e del Comitato di gestione si traducono in una profonda incertezza operativa che non consente agli uffici e al personale di agire in modo efficiente, con assenza di interlocutori certi indispensabili per affrontare la complessità e le esigenze di una moderna “macchina fiscale”. Le assenze non riguardano solo i vertici dell’Agenzia ma coinvolgono l’intero quadro dirigente: in Italia molte Direzioni Provinciali sono gestite ad interim da titolari di altre direzioni; i tempi per l’assunzione di nuovi dirigenti si allungano a dismisura; le nuove POER, figura decisa dalle Agenzie rispetto alla quale le organizzazioni sindacali hanno manifestato perplessità anche per le modalità adottate per la loro selezione, sono sotto il giudizio di legittimità della Corte Costituzionale.
La “macchina fiscale” appare sempre più come una macchina con le ruote sgonfie, priva di servosterzo e servofreni. Il personale delle Agenzie che più volte si è reso disponibile ad operare come una vera ruota di scorta, a rendere più sicuro il percorso affrontando anche le curve più complesse, a frenare e guidare con prudenza nei percorsi più ripidi, è in estrema difficoltà. La carenza di personale delle Agenzie Fiscali nel suo complesso è pari a migliaia di unità nell’ultimo biennio
A Messina, dal 2016 a fine 2019, solo nell’Agenzia delle Entrate si contano 140 dipendenti in meno, pari al 30 per cento dei lavoratori della Direzione provinciale a cui si aggiungono i numerosi pensionamenti della direzione provinciale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.
Tutte queste carenze si traducono in profondi limiti e difficoltà nel dare risposte puntuali alle richieste dei contribuenti, che giustamente si rivolgono agli uffici per avere indicazioni su norme e procedure di competenza dell’Agenzia. Si rischia la chiusura di uffici, non per risparmiare costi ma per l’impossibilità di garantirne la funzionalità per mancanza di personale. I carichi di lavoro inevitabilmente sono esorbitanti e insostenibili, a meno che si voglia far perdere qualità al servizio fornito da un’amministrazione che deve essere prima di tutto strumento per garantire l’equità fiscale. A fronte di questo impegno, le risorse del salario accessorio sono bloccate, decurtate in maniera incomprensibile, pagate con ritardi di anni. Le lavoratrici e i lavoratori delle Direzioni Provinciali di Messina ritengono necessario aprire un’interlocuzione con le istituzioni, i cittadini, il mondo delle imprese per manifestare le ragioni delle iniziative assunte con la dichiarazione dello stato di agitazione e allo stesso tempo di proseguire con forza nella vertenza aperta con le Agenzie e il Governo. Vogliono ottenere il salario accessorio, avviare un processo significativo di assunzione di personale, stabilire percorsi certi e costanti per lo sviluppo di carriera e professionale del personale, ridefinire gli attuali budget costruiti senza considerare la progressiva diminuzione del personale per continuare a garantire la qualità del servizio.