UNA CAMPAGNA ELETTORALE RELATIVAMENTE CORTA, MOLTI PARTITI E COALIZIONI, POCHI PROGRAMMI, MOLTO INTERESSE PER LE POLTRONE DA SPARTIRE

E' questo, al momento, il panorama che ci offre il campo politico a sei settimane e mezzo dal voto.

Un panorama per ora fatto di poche idee, molto confuse, su quello che ci attende nei prossimi anni.

Per il pubblico impiego e per le pubbliche amministrazioni, che sono gli argomenti di nostro interesse e su cui vorremmo conoscere quali siano gli intendimenti delle forze politiche che si propongono alla guida del paese, non abbiamo al momento ascoltato nulla o quasi.

Sono questi gli argomenti affrontati dal Segretario Generale della UIL PA, Benedetto Attili, in un articolo che apparirà sul prossimo numero del periodico della UIL "Lavoro Italiano" e che, per i suoi evidenti riferimenti alla stretta attualità, anticipiamo in questa pagina.

"L’AGENDA DELLA UIL PA

Il Governo Monti si è (finalmente) dimesso, spalancando le porte ad una fine di legislatura leggermente anticipata rispetto ai tempi ordinari.

Uso l’avverbio “finalmente” poiché è chiaro che i partiti della “strana Maggioranza” che ha sostenuto il Governo Monti hanno trovato molto comodo giustificare il sostegno ad alcune misure, da noi considerate punitive nei confronti dei lavoratori pubblici e della pubblica amministrazione, con la necessità di non provocare una crisi politica e lo scioglimento anticipato del Parlamento, pena conseguenze ancor più disastrose per la nostra economia.

Ci troviamo quindi di fronte ad una campagna elettorale relativamente corta, con moltissime novità in quanto a proposte di rappresentanza politica. Ed in questo spazio confuso e super-affollato è difficile orientarsi.

In questo scorcio di fine legislatura, all’inizio di un 2013 che si presenta ancora, stando alle previsioni, critico per l’economia e incerto sul fronte della ripresa e dell’occupazione, le forze politiche si affrettano a predisporre programmi, agende, proposte.

Il sindacato in genere, ed in particolare la UILPA che ha da sempre e in modo convinto professato l’assoluta indipendenza dai partiti politici, e non ha interesse ad entrare nella competizione elettorale in modo diretto.

Non è questo il nostro mestiere né l’interesse per i lavoratori che rappresentiamo appoggiare questo o quel partito, questo o quel movimento.

Ma una cosa diversa è la Politica perché dalle scelte politiche, economiche, sociali dipendono l’esistenza e le condizioni di vita dei cittadini, dei lavoratori, dei pensionati, delle imprese.

Anche la UILPA pertanto presenterà ai lavoratori pubblici ed agli interlocutori istituzionali e politici una propria AGENDA, dove verranno poste con forza le priorità e le proposte del sindacato per il rilancio della Pubblica Amministrazione, per la valorizzazione del lavoro pubblico, per la tutela della dignità e della professionalità dei lavoratori pubblici.

E dunque non è assolutamente possibile ignorare quello che sta accadendo nel panorama politico italiano e le prospettive del futuro governo che scaturirà dalle urne già a partire dalla fine del prossimo mese di febbraio.

Ci stiamo pertanto impegnando a monitorare con attenzione i programmi, le dichiarazioni, le prese di posizione dei partiti e delle personalità politiche che si stanno proponendo agli elettori per la competizione elettorale.

E lo faremo certamente con più precisione nei giorni prossimi. Quando le liste per l’elezione della Camera e del Senato saranno ufficiali e si conosceranno meglio i particolari.

Una prima constatazione è già possibile con riguardo alla complessità del quadro che si va delineando: da una situazione sostanzialmente bipolare che aveva consentito, pur tra molte difficoltà e peculiarità tutte nostrane, l’alternanza al potere sostanzialmente di due formazioni politiche caratterizzate da ideologie riconoscibili, ci si avvia con sicurezza ad una moltiplicazione dell’offerta politica, con la nascita di nuove formazioni o la crescita inaspettata di altre già presenti che frantumano il quadro politico e presentano ai cittadini un’ampia griglia di possibili scelte, sulle cui differenziazioni ideologiche tuttavia si fa fatica a districarsi.

Ragionando con le categorie dell’economia di mercato potrei affermare che questo fatto non può che far bene alla democrazia: in una situazione di domanda e offerta libera i consumatori, nel caso specifico gli elettori, dovrebbero trarne beneficio, avendo a disposizioni maggiori possibilità di articolare le proprie scelte.

Ma, al momento, risulta difficile comprendere quale sarà l’atteggiamento di queste forze politiche rispetto ai temi che più riguardano da vicino il mondo del lavoro pubblico e le problematiche che investono le amministrazioni pubbliche.

Ad esempio in nessuno dei programmi che abbiamo visionato, (fino ad oggi ben pochi partiti a dire il vero ne hanno pubblicato sui loro siti istituzionali) si fa il minimo accenno al problema salariale nel pubblico impiego, che la UIL PA ha messo al primo punto della sua AGENDA.

Eppure abbiamo più volte avuto modo di evidenziare come questo problema non riguarda esclusivamente i pur non pochi dipendenti pubblici: è un problema che può avere nel breve- medio periodo un impatto sociale difficilmente valutabile a causa della mancata copertura degli effetti dell’inflazione e dell’aumento del costo della vita su tre milioni e mezzo di lavoratori e delle rispettive famiglie. Una massa di persone che deprime i consumi, che intacca il risparmio, che fatica a progettare il futuro rappresenta un fattore critico che si ripercuote nell’economia reale.

E’ difficile immaginare che una forza politica responsabile, che si propone alla guida del Paese possa ignorare questo aspetto.

Attendiamo quindi con grande interesse che si esca dagli slogan e dalle frasi fatte per colpire l’opinione pubblica e si entri invece nel vivo del dibattito e delle proposte concrete.

Ci attendiamo in sostanza di capire se le forze politiche che si stanno misurando nella competizione elettorale abbiano intenzione di cambiare la politica economica che ha caratterizzato l’attività dei governi negli ultimi cinque anni o invece intendano proseguire, per limitarci alle cose di cui ci dobbiamo occupare direttamente, sulla strada dei blocchi contrattuali, dei tagli lineari e senza programmazione, sulla riduzione degli organici e delle risorse, sul blocco del turn-over.

Ciò sicuramente ci riguarda da vicino!

Altre cose che ci riguardano da vicino, e che entrano sicuramente tra i punti focali della nostra Agenda, sono le proposte per le riforme che da anni attendono nei cassetti dei luoghi del potere, ma non riescono a trovare una degna conclusione. Governi di destra, di sinistra, tecnici non sono riusciti nel corso di intere legislature e per decenni a definire e portare a termine progetti di riforma che servono al Paese, ma che evidentemente si scontrano con interesse più o meno leciti di lobbies e corporativismi:

la riforma della giustizia;

la riforma del fisco;

la lotta agli sprechi nella pubblica amministrazione;

la riforma istituzionale con l’abbattimento dei costi della politica;

la revisione del sistema degli appalti e delle esternalizzazioni;

le liberalizzazioni.

Ci attendiamo di conoscere in queste settimane con quali strumenti e proposte operative i partiti intendano affrontare e risolvere queste emergenze che fanno la differenza tra un paese moderno ed efficiente ed una democrazia bloccata ed eternamente in crisi."

11.01.2013