In netta controtendenza rispetto all’Europa l’ultimo rapporto Eurispes sulla pubblica amministrazione nell’arco di tempo che va dal 2001 al 2011, in Italia il numero dei dipendenti pubblici ha conosciuto un ribasso pari al 5% che tradotto in singole unità ammonta a un numero che sfiora le 154 mila unità.

I paesi europei che hanno conosciuto un aumento maggiore in Europa sono Irlanda e Spagna rispettivamente del 36,1% e del 29,6%. A seguire poi Regno Unito 9,5% e Belgio 12,8%. Crescite più contenute invece per Francia con il 5,1%, Germania con il 2,5% e Belgio con il 3,1%. Fanalino di coda l’Italia, unico in Europa con un trend negativo.

Tagli positivi o tagli negativi?

Nonostante la soddisfazione espressa dall’esecutivo, fautore dei tagli che hanno portato a questo risultato, in molti non sono affatto sicuri che questo trend rappresenti una nota positiva. Tra loro lo stesso presidente dell’Eurispes Gian Maria Fara che osserva come “anche per la pubblica amministrazione, senza un vero e proprio progetto non si va da nessuna parte e di soli tagli si muore (…) Non riusciamo a mettere a sistema il meglio della nostra Pubblica amministrazione. Dovremmo avere anche noi, come in Francia una Scuola di Alta formazione sul modello dell’Ena, che valorizzi le nostre best-practice”.

E mentre la ragioneria statale fa i conti, dal ministero arriva la soddisfazione per l’operatività appena raggiunta dalla riforma delle pensioni proprio nel settore pubblico. Quindi dopo quella a firma di Amato, Dini, Prodi e Maroni, arriva anche la riforma Fornero, ministro dell’ormai dimissionario governo Monti. Raccontata in estrema sintesi, questa riforma prevede l’abolizione delle pensioni di anzianità con la possibilità di accesso alla pensione solo e soltanto dopo aver maturato i requisiti di età e almeno 20 anni di contributi versati, trasformando il sistema pensionistico misto in vigore fino al 2012 in un sistema contributivo puro a tutti gli effetti.

In particolare con questa riforma paradossalmente si allunga l’età pensionabile per gli uomini a dopo i 66 anni e tre mesi e per le donne dopo i 62 e tre mesi. In merito invece alla pensione anticipata, con lo scoccare del 2013, potranno accedervi coloro che avranno raggiunto i 42 anni e 5 mesi di contributi.

Per ciò che concerne i contributi ei dipendenti di enti locali e asl maturati fino a luglio 2010 verranno trasferiti in via automatica all’Inps esattamente come per gli statali. Per tutti gli altri invece diventano valide le nuove regole, con particolare attenzione a quella che prevede la gratuità delle ricongiunzioni all’Inps, fatta eccezione per gli assegni pensionistici.

Nell’arco dell’anno appena iniziato, l’applicabilità della riforma Fornero vedrà l’applicazione delle restrizioni anche alle cosiddette pensioni d’oro, con un contributo di solidarietà del 5% per la parte eccedente i 90 mila euro, del 10% per la parte eccedente i 150 mila euro e del 15% per la parte eccedente i 200 mila.

Fonte: Repubblica.it

04-01-2013