Non si placano le polemiche tra la Uil Pubblica Amministrazione di Palermo e la sigla FLP. Oggetto dello scontro tra le due sigle, la pregiudiziale riguardante l’osservanza dell’articolo 7 del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro posta dalla prima presso tutti i tavoli negoziali del comparto giustizia. Nei giorni scorsi, il segretario generale della Uil Pubblica Amministrazione di Palermo Alfonso Farruggia aveva chiesto l’esclusione di FLP e USB dai tavoli di contrattazione: le due sigle, il 12 febbraio scorso, non hanno infatti sottoscritto il CCNL relativo al personale del comparto delle funzioni centrali per il triennio 2016 – 2018.
“L’articolo 7 del CCNL – spiega Farruggia tornando sull’argomento – recita che i soli soggetti inclusi ai tavoli negoziali e dunque titolari della contrattazione sono quelli firmatari”. Una posizione ferma, quella del segretario che, sempre nei giorni scorsi, ha diffidato gli uffici giudiziari – e tutte le amministrazioni non in linea con quanto previsto dalle normative vigenti in materia di negoziazione sindacale – dall’includere le due sigle ai tavoli riguardanti il fondo unico di amministrazione del 2016. “Accolgo con favore l’invito rivoltomi dal segretario nazionale della FLP Piero Piazza – specifica Farruggia – a lavorare insieme per salvare il pianeta giustizia, per citare le sue testuali parole: la UILPA ha già manifestato un approccio altamente collaborativo perché, pur di non privare i lavoratori giudiziari dei premi loro spettanti, non ha protestato riguardo la presenza dei sindacati non firmatari ai tavoli: ora, però, è arrivato il momento di ripristinare le regole e di attenersi tutti all’articolo 7”. Riguardo al notevole risultato rivendicato dalla FLP in occasione del recente rinnovo della RSU, Farruggia afferma inoltre “di non avere mai negato il successo della sigla”. “Ma – conclude il segretario – se proprio dobbiamo spostare l’attenzione sul tema del consenso in termini numerici, allora mi permetto di ricordare che il sindacato che rappresento ha registrato il 40% delle preferenze presso i lavoratori ministeriali, parastatali e delle agenzie fiscali”.