“La Uil Pubblica Amministrazione di Palermo vigilerà affinché, nel processo di riorganizzazione che ha investito la CRI con la privatizzazione, il personale oggetto di mobilità volontaria e obbligatoria transitato presso altri uffici riceva lo stesso trattamento riservato a tutti gli altri dipendenti” a dichiararlo è il segretario generale Alfonso Farruggia in relazione al passaggio dei lavoratori presso altre amministrazioni attualmente in atto. Attualmente, sono più di cinquanta le unità che, a Palermo, sono state ricollocate presso altri uffici pubblici, distribuite tra assistenti tecnici amministrativi, MIUR, Dogane, Agenzia delle Entrate, MEF, MISE, Vigili del Fuoco, amministrazione penitenziaria e Inail.
Le preoccupazioni del sindacato si concentrano prevalentemente sulla formazione professionale, che Farruggia chiede di “adeguare alle competenze dei lavoratori alle prese con nuovi contesti amministrativi, secondo processi che richiedono tempo e gradualità”.
Ai lavoratori appartenenti alla prima tranche di mobilità, infatti, secondo il sindacato, “non è stata offerta alcuna opportunità formativa, al netto di un semplice affiancamento con personale già in forza presso gli uffici, con i disagi che è possibile immaginare”.
“Si tratta – spiega il segretario Farruggia – di lavoratori provenienti dall’ambito militare e successivamente inquadrati nei ruoli civili della CRI; occorre che il percorso formativo tenga conto della loro diversa estrazione, come accaduto per coloro che sono transitati presso il Palazzo di Giustizia di Palermo, sui quali la UILPA non può che esprimere giudizio positivo in termini di dedizione e impegno”.