(AGENPARL) – Roma, 30 gen – “Si conferma, ancora una volta, il dato negativo sulla crescita delle retribuzioni contrattuali che registra la variazione più bassa dal 1982. Mentre nel Pubblico impiego addirittura la variazione delle retribuzioni è uguale a zero. Non poteva essere diversamente perché negli ultimi 5 anni non si è rinnovato nessun contratto nazionale, non si sono firmati neppure i contratti di secondo livello, ed è stato bloccato il salario individuale.

Si parla sempre di riforme per migliorare la pubblica amministrazione e da ciò non è esente anche l’attuale Governo che ha presentato una discutibile riforma della P.A. e ha pensato bene di procrastinare gli aumenti dei rinnovi contrattuali al 2020.

La Uil ritiene che la situazione nel pubblico impiego sia diventata insostenibile. Si continuano a chiedere sacrifici e non si rispettano i diritti dei lavoratori pubblici vessati e con grandissime sperequazioni rispetto agli altri lavoratori (TFR, liquidazione dopo due anni, salario di produttività non defiscalizzato, 65 per le donne, perdite di occupazione, etc).

Per questo non è più procrastinabile il rinnovo dei contratti dei pubblici dipendenti. Va avviato un confronto per riaprire immediatamente i tavoli contrattuali.

La mobilitazione dei lavoratori già avviata in tanti posti continuerà se non verranno rispettati i loro diritti, e se non si affronterà la questione dei rinnovi contrattuali. E’ un diritto di chi, con il suo lavoro, continua a mantenere ancora in piedi il Paese”.

Lo dichiara in una nota Antonio Foccillo della segreteria nazionale della Uil.