14 dicembre 2012

di Demetrio Logiudice

Si districa lungo l’asse dell’attuale difficoltà finanziaria e sociale l’introduzione del Segretario Confederale Uil Antonio Foccillo, al libro scritto a due mani con il prof. Paletta dal titolo “La grande crisi e le manovre economiche”.

Le domande di straordinaria attualità, che cercano motivazioni sullo stato sociale ed economico, sono da Foccillo trattate con lucidità ed incisività: capitale finanziario che ha fagocitato lo Stato Sociale, “la finanziarizzazione dell’economia”, la globalizzazione degli anni ‘90 vestita in realtà di profittevoli e indiscriminate operazioni monetarie e finanziarie, “le nefandezze che sono state perpetuate a danno dei cittadini del pianeta”.

Così l’autore vuole collegare, in un non troppo sottile “fil rouge”, i debiti degli Stati sovrani con quelli dei cittadini, lo scacco delle banche a politici e credibilità dei mercati.

E qui, Foccillo traccia un tema che serpeggia oramai attuale ed imminente: la perduta sovranità economica degli Stati, a favore di un regime bancario la cui origine è teorizzata da Auguste Comte nel suo Catechismo positivista.

Il gioco è dunque facile, per Foccillo la filiera è tracciata: la finanza, l’alta finanza causa la crisi, questa ricade impietosa sul sistema ed ai cittadini, consumatori finali, è richiesto l’arduo compito di salvare lo status quo.

L’appello degli autori è però chiaro e forte: “bisogna ribellarsi, indignarsi” sfociando però nell’azione. E chi meglio dei lavoratori può indignarsi, chi meglio di loro può caricarsi un fardello il cui peso, variabile, ha causato una caduta delle ideologie, con conseguente “spinta all’isolamento individuale”. E per contrastare tale isolamento, ecco la ricetta emanata dal libro.

Esaltare valori e principi di solidarietà, magari riuscendo a sostenere i Governi di quell’Europa che diretta e dirottata da Paesi egemoni, “si deve confrontare con una situazione complessa ed eterogena”.

Il disagio sociale avanza, Foccillo parla di nuova povertà, ma anche di diseguaglianza nel trattamento sociale da Paese a Paese, di un mercato contaminato che non può essere la direttrice privilegiata di un livellamento sociale, lavorativo ed economico, si rischierebbe a detta del segretario confederale della Uil, “un pericoloso default democratico”. Con grande rischio per i diritti acquisiti.

Diritti minati da mancanza di mediazioni, ridimensionamento della rappresentanza, riduzione degli investimenti. Ecco quindi che il Sindacato “ha l’opportunità di contribuire a dare prospettive positive alla società, finalizzando la sua partecipazione – scrive Foccillo - a sostegno di politiche economiche e sociali, utili ad appianare gli squilibri e ridurre la povertà”.

E’ un richiamo alla battaglia sindacale e sociale, l’introduzione di Foccillo.

C’è da rafforzare, secondo gli autori, un confronto sul diritto del lavoro e quello alla vita, sul ripristino del potere di acquisto e sulla ridistribuzione della ricchezza e solidarietà, oltre a “proporre ipotesi di lavoro per adattare alla nuova realtà, l’attività di rappresentanza attraverso la partecipazione dei cittadini”.

Da qui riparte la volontà di Foccillo di bilanciare nuovamente i rapporti di forza che regolano il mercato ad oggi ridotto a due soli fattori: capitale e lavoro.

Banca Mondiale, WTO, FMI, hanno dimostrato che, dietro una crescente burocrazia, esiste una fervida attività del mondo borghese capitalistico mondializzato.

E i numeri scattano una diapositiva a tinte fosche: trecentocinquanta persone, il 20% della popolazione capitalistica mondiale, dispongono l’ 83% delle risorse mondiali. Da qui l’aumento del livello di povertà, 1, 4 miliardi di persone che vivono con meno di 1,25 dollari al giorno, 30mln di poveri nel Mondo.

E L’Italia? Quasi il 29% della popolazione è a rischio povertà, i nuovi poveri avanzano.

”E’ evidente – sottolinea Foccillo, – il rovesciamento del compromesso social democratico, della convergenza tra crescita e riduzione delle disuguaglianze tra paesi, con una divaricazione che ha prodotto concentrazione della ricchezza, aumento delle aree di povertà ed emarginazione”.

Si riparta dunque dalla politica, latitante ad oggi, secondo gli autori, sulle questioni riguardanti i sistemi delle prestazioni sociali, “riaffermando fondamenti sociali, morali ed etici” per l’imprescindibile corretto rapporto tra economia, etica e mondo del lavoro.

Lo spunto nato dall’attualità è dunque gravoso, permea costantemente le intenzioni di Antonio Foccillo. E’ sempre costantemente dalla base, dalla partecipazione dei cittadini, che bisogna muovere per “tornare a volare alto, per creare una cultura di idee sostenuta dai lavoratori attraverso strutture politiche e sociali”.

Qui, l’autore si avvolge su quella che secondo lui deve essere la fondamentale variabile: il retroterra valoriale ed il pragmatismo. Forze, queste ultime, fondate su un progetto sociale di cui l’Uomo, sia pilastro, ramo, radice.

Nuova equità e nuova linea neoliberista, i solchi da tracciare. NO all’individualismo sfrenato, sì alla condivisione più ampia. Foccillo lo ribadisce con forza. No alla disgregazione economica, sì ad un mercato coeso e morale. Sì ad una politica “orientata e promotrice di crescita e risanamento”.

Le conclusioni della prefazione di Foccillo sono ovviamente legate alla lettura dell’attuale economia e dei suoi scenari. Non si può continuare a chiedere sacrifici aumentando costi e gettito fiscale. “Se è vero – scrive Foccillo, – che la politica è interconnessione, non ci si deve rivolgere solo a pochi privilegiati, ma rafforzare i valori di solidarietà”. Termina con l’ennesimo appello al cambiamento ed alle coscienze di cittadini e governanti, l’introduzione del sindacalista.

Ha voluto, con questo libro, mettere in guardia dalla perdita perniciosa della consapevolezza sociale, ha focalizzato l’azione ideale sul coinvolgimento delle masse, proponendo la politica come buona pratica comune ed a ogni livello.

Sperando così di scongiurare l’usura dei valori fondanti, prima che questa mini irreparabilmente l’azione risanatrice del confronto tra generazioni.