Il 71% delle tredicesime degli italiani è già stata spesa per coprire gli acquisti obbligatori di fine 2012 e inizio 2013. A togliere qualsiasi illusione sulla possibilità che l'emolumento aggiuntivo di dicembre possa portare ossigeno ai consumi interni, è la Cgia di Mestre che in un sondaggio della Panel Data certifica anche come non solo il 18% degli italiani si aspetti comunque una tredicesima più bassa ma anche come per oltre l'80% le spese natalizie saranno ridimensionate.

In particolare, il 18% degli italiani si aspetta una tredicesima più bassa complice l'inflazione e quindi un minore potere di acquisto, con il numero crescente di dipendenti in mobilità o in cassa integrazione. Solo il 5% si aspetta una variazione positiva e il restante 76% non prospetta particolari variazioni rispetto allo scorso anno. Mentre le spese natalizie saranno ridimensionate per oltre l'80% degli intervistati.

Vi è la tendenza generalizzata di utilizzare solo una piccola parte dell'importo per i consumi di natale (46%), si farà maggiore attenzione alle spese da effettuare, cercando di risparmiare almeno parte della tredicesima per far fronte alle spese future che si dovranno sostenere. Cresce, rispetto al 2011, anche il numero di italiani che dichiarano che non utilizzeranno la tredicesima per coprire le spese natalizie (dal 10% al 19%).

A livello territoriale, il 20% dei cittadini del Nord non utilizzerà in nessun modo la tredicesima per i consumi natalizi, mentre si rileva una maggiore propensione di spesa al Centro dove il 23% degli italiani spenderà almeno metà tredicesima per gli acquisti natalizi. Inoltre, il 71% delle tredicesime degli italiani è già spesa per coprire gli acquisti obbligatori di fine 2012 e inizio 2013. Dunque, coprirà le spese che normalmente si devono sostenere tra la fine dell'anno in corso e l'inizio di quello successivo, come per esempio l'Imu. Si ridimensionerà, poi, la componente di tredicesima destinata a consumi (intorno al 17%) e arriva al 12% l'importo destinato a risparmio/accantonamento per spese future.

Il confronto con gli anni precedenti mette in evidenza un impiego più consistente della tredicesima per far fronte alle spese obbligatorie (dal 61% del 2011 al 71% del 2012) e dall'altra una minore propensione ai consumi (passando dal 22% del 2011 al 17% rilevato per quest'anno). L'aumento dei costi che gli italiani devono sostenere si riversa anche sui risparmi ed investimenti che passano dal 17% del 2011 all'11% attuale.

Il cambiamento in atto è ancora più visibile con la percezione della tredicesima di 10 anni fa; solo metà dell'importo veniva usato per le spese obbligatorie, una buona fetta era destinata ai consumi (30%) e il restante 20% veniva accantonato in risparmio. Il maggior impiego della tredicesima per sostenere le spese obbligatorie è trasversale a tutte le aree geografiche, ma al Nord risulta più accentuato a scapito di un calo dei consumi superiore rispetto alle altre aree.

Nel dettaglio, il 45% della mensilità aggiuntiva sarà destinata al pagamento di mutui, affitti e prestiti (il 6% in più rispetto all'anno scorso) e il 26% al pagamento di assicurazioni, bollette e tasse (Imu), quasi il 4% in più rispetto al 2011. In ogni caso gli italiani non rinunciano al Natale, conclude il sondaggio, il 7% della loro tredicesima sarà destinato alle spese natalizie, ma sarà un Natale più contenuto con una diminuzione dei consumi rispetto al 2011.

In flessione al 10% la quota di tredicesima destinata ad acquisti per vestiario, casalinghi e tecnologia ed altri regali. Per contro, a investimenti e risparmi andrà quasi il 6% in meno; con l'aumento delle spese e la diminuzione del potere di acquisto, per gli italiani è sempre più difficile accantonare risparmi.