Negli ultimi giorni, si fanno sempre più pressanti le richieste di chiarimenti degli iscritti UIL- PA MEF in servizio presso le CC.TT. su questioni rimaste ancora irrisolte.

Pur senza voler minimizzare il delicato momento che stanno attraversando i colleghi delle Ragionerie dello Stato, alla vigilia della chiusura di alcune sedi, non sfugge a nessuno che l’imminente tornata elettorale per il rinnovo delle R.S.U., più che mai impone la chiusura di questione rimaste ancora aperte per il personale delle Commissioni. Diversamente, il rischio è quello di giocarsi l’intera partita.

  1. 1) Destinazione introiti CUT
  • Esclusione del personale delle CC.TT. per gli anni successivi al 2012.

All’indomani dell’uscita del D.M. sulla destinazione del CUT per gli anni 2011-2012, probabilmente l’intenzione di alcune sigle sindacali è quella di alimentare una vera e propria “guerra fra poveri”, per tirare acqua al loro mulino, proponendo criteri di ripartizione lontani dalla logica sottesa a tale attribuzione al personale. Agli stessi, interessati probabilmente a cavalcare l’onda del momento, senza pensare a scenari futuri, sarà sfuggita invece una “vergognosa” questione di fondo di tutta la vicenda, che qui si vuole evidenziare. Ci si riferisce al trattamento riservato al personale amministrativo delle CC.TT., da tempo considerato dal legislatore “figlio di un Dio minore”, rispetto a quello alle dipendenze delle altre giurisdizioni.

Il nodo centrale scaturisce dalle continue modifiche dell’art. 37 commi 10-12 D.L. 98/2011, operate nel senso di estromettere proprio i dipendenti in servizio presso gli organi di giustizia tributaria, dalle logiche premiali legate alla destinazione degli introiti del CUT, al contrario di quanto continua a disporsi per il personale della giustizia civile e amministrativa. Da ultimo, si evidenzia la recente formulazione in vigore dal 1/01/2014, nella quale, se di contenzioso tributario continua ad esservi traccia, è per riconoscere ai giudici tributari un incremento della quota variabile del loro compenso.

Verrebbe da dire che il legislatore, così facendo, ha lasciato, più o meno consapevolmente, il personale amministrativo delle CC.TT. caricato di nuovi oneri, senza altrettanti onori. Mentre, invece, chi ha avuto più peso a livello politico (i giudici tributari) è riuscito a salvaguardare la propria posizione.

Giova ricordare che, chi oggi ha subito la scure della revisione della destinazione del CUT è lo stesso personale dipendente che dal 2011 è stato chiamato a svolgere attività di vero e proprio accertamento e di riscossione, nonché di difesa per un contenzioso che immaginiamo continuerà a crescere e sui cui esiti c’è poco da essere ottimisti, vista la condizione di “dilettanti allo sbaraglio” a cui è stato lasciato, di fronte alla intempestività e laconicità delle circolari diramate dalla DGT. La stessa a cui oggi si prospetta di destinare parte degli introiti!

Per il futuro, se si vuole ripristinare una situazione di equità, pare opportuno adottare ogni possibile azione per promuovere la revisione della norma in questione, riportandola alla originaria formulazione.

  • D.M. CUT anni 2011-2012

In vista della definizione di un accordo di ripartizione delle somme indicate nel D.M. del 24/09/2014, tra OO.SS. e Amministrazione, va sottolineato che se la logica che si vuole seguire è la remunerazione degli sforzi del personale amministrativo, non si può che far riferimento al criterio dei “provvedimenti emessi”.

In secondo luogo, non può non considerarsi la condizione degli uffici di grandi dimensioni presso i quali pende la gran parte del contenzioso che, a causa di evidenti difficoltà oggettive, non sono riusciti ad abbattere la percentuale di arretrato richiesta.

Per questi ultimi, equità impone di includerli nella destinazione degli introiti del CUT.

Lo stesso non sembra potersi affermare con riferimento alla DGT e alle CC.TT.CC.

Si suggerisce per queste ultime, quasi o per niente interessate dall’aggravio di lavoro derivante dall’introduzione del CUT, di destinare altre risorse (per es. il FUA). Diversamente apparirebbe ingiusto agli occhi di chi rischia di rispondere anche a titolo di responsabilità contabile, vedere remunerare chi a suo tempo non ha saputo dargli risposte esaurienti (la DGT) o chi non è stato neanche sfiorato dalla “tegola” gestione del CUT.

  1. 2) Questione decreto comma 165/Cartolarizzazione anno 2012

Nonostante il tempo trascorso, negli uffici ci si continua a chiedere che fine abbiano fatto i 1.000 euro circa, pro/capite erogati a titolo di cd. “cartolarizzazione” per l’anno 2012, venuti a mancare nelle tasche del personale delle CC.TT.

Senza voler risalire oggi a chi/cosa sia imputabile tale grave “disguido”, occorre correre ai ripari in sede di destinazione delle somme relative alla cd. “cartolarizzazione” per l’anno 2013, in modo da compensare la perdita subita.

Questa sembra davvero l’ultima occasione, pena la credibilità della nostra sigla sindacale a cui va dato il merito di essere stata la sola a sollevare tale spiacevole questione e a impegnarsi per una ottenere una soluzione. A questo punto, non sembra ci sia più il tempo per rinviare ad altri ipotetici sviluppi positivi.

  1. 3) Situazione del personale comandato presso le CC.TT.

È chiaro che a fronte della chiusura delle sedi RTS, è di prioritaria importanza la futura destinazione del personale. La logica impone la sua collocazione presso gli altri uffici del MEF. A tale proposito, però, si è paventato che il personale attualmente comandato presso le CC.TT. sia destinato a ritornare presso gli enti di provenienza. Tuttavia si tratterebbe di disperdere professionalità acquisite che in questi anni hanno risollevato la situazione di molti uffici. Si auspica una soluzione che non porti a una scelta unidirezionale a favore degli uni piuttosto che degli altri. In questo momento non sembra utile alimentare allarmismi. Piuttosto, attendiamo gli esiti dell’ultimo confronto tra parti e sociali e Governo sulla riforma previdenziale, estesa anche ai pubblici dipendenti e riguardante la previsione di pensione anticipata 2015 a 62 anni, “quota 100” e opzione contributivo donne.

La speranza è che i posti resisi disponibili dal turn-over siano sufficienti a non lasciare fuori nessuno, dipendenti delle RTS e comandati.

Anna Tarantino

CTP Palermo

UIL PA MEF Palermo