Di Daniele Cirioli 07-12-2012

Arriva il «patto fra generazioni» per provare a spingere sull'acceleratore dell'occupazione giovanile. Funzionerà così: un lavoratore anziano potrà offrire parte del suo posto di lavoro, trasformandolo da tempo pieno a tempo parziale, in cambio dell'assunzione di un giovane con contratto da apprendista o a tempo indeterminato (assunzione ordinaria).

Unico vincolo: l'operazione deve dare in risultato un saldo finale positivo in termini di posti di lavoro. La novità è prevista da un decreto ministeriale in corso di pubblicazione sulla gazzetta ufficiale, di cui ha dato notizia ieri un comunicato stampa diffuso dal ministero del lavoro. Il decreto è stato definito durante il mese di ottobre e sottoposto al controllo istituzionale, già superato positivamente. Per l'operatività, dunque, attende unicamente la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

La nuova disciplina, in buona sostanza, legittima la possibilità della conclusione di un «accordo» fra cinque diversi attori: soggetti pubblici, enti previdenziali, imprese, lavoratori anziani e lavoratori giovani. All'unica condizione che il saldo finale in termini di posti di lavoro risulti positivo, come già detto, in base a questo accordo:

- il lavoratore anziano accetta di trasformare il proprio rapporto di lavoro da tempo pieno a part-time (tempo parziale);

- il lavoratore giovane è assunto con contratto di apprendistato o con normale contratto di lavoro a tempo indeterminato;

- il soggetto pubblico si fa carico di versare all'ente previdenziale i contributi previdenziali aggiuntivi al suo nuovo e ridotto rapporto di lavoro in favore del lavoratore anziano, in tal modo garantendo a quest'ultimo un livello di copertura pensionistica adeguato.L'accordo, in linea di massima, non scontenta nessuno. Il lavoratore anziano, infatti, pur riducendo il suo impegno lavorativo, non sconterà per questo riduzioni in termini di futura tutela pensionistica, poiché è previsto l'intervento del soggetto pubblico che si fa carico di versare i contributi per la quota evidentemente non coperta dalla trasformazione del rapporto a tempo parziale. In tal modo, pertanto, il futura assegno di pensione non subirà decurtazioni.

«L'idea di un patto fra generazioni», è stato il commento del ministro del Lavoro, Elsa Fornero, «è certamente una prospettiva, anche etica, di grande respiro, che si auspica possa in futuro sostenere azioni concrete per disegnare una società più equa e più inclusiva». Il nuovo strumento, conclude il comunicato stampa, qualora sviluppato in tutte le sue potenzialità, può rappresentare realmente un importante passo avanti nella realizzazione di un vero e proprio «patto fra generazioni» volto sia ad assicurare la salvaguardia dei livelli di occupazione per le nuove generazioni sia a mantenere condizioni di reddito accettabili per le fasce di popolazione meno giovani.