La responsabile del ministero dell’Istruzione critica le posizioni della collega Marianna Madia a proposito dei prepensionamenti per potere assumere giovani

29/03/2014

Staffetta generazionale: no grazie, perché «un sistema sano non ha bisogno di mandare a casa gli anziani per far entrare i giovani». Non è proprio piaciuto al ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, l’ipotesi avanzata dalla collega della Funzione pubblica Marianna Madia per ringiovanire la pubblica amministrazione illustrata oggi in un’intervista e che ha suscitato perplessità da parte dei sindacati - anche se con quale distinguo - e sollevato il dibattito sull’argomento. 

Perché se è vero che i nostri dipendenti pubblici sono parecchio più anziani di molti altri paesi Ue (su 3,3 milioni circa 750mila hanno più di 55 anni), il nodo del ricambio generazionale è un problema reale non da poco che riguarda non solo la P.a. ma tutto il mondo del lavoro. 

«Va avviato un processo di riduzione non traumatica dei dirigenti e più in generale dei dipendenti vicini alla pensione, per favorire l’ingresso dei giovani. Se in un posto mando in pensione leggermente anticipata 3 dirigenti, non devo per forza sostituirli, magari basta prendere un funzionario. Con questa staffetta generazionale riduco, svecchio e risparmio», aveva detto Marianna Madia precisando che gli strumenti del piano non erano stati decisi «ma i contenuti sono chiari». Contenuti che a far conto con le prime cifre del piano Cottarelli dovrebbero portare ad un risparmio di 500 milioni quest’anno sui dirigenti ed a gestire 85 mila tagli.