Con riferimento alla comunicazione dello scorso 11 febbraio, relativa all’interruzione delle trattative sindacali a livello regionale accompagnata da contestuale richiesta d'incontro a livello dipartimentale, il Provveditore regionale di Palermo - con note n.018072-OR/III del 20.02.2014 e n. 019627-OR/III del 25.02.2014 indirizzate a queste segreterie - confidava nella sensibilità di queste OO.SS. riguardo all'importanza di riprendere le trattative.

         A seguito di un incontro intercorso tra le Segreterie Regionali SAPPe - UIL - SINAPPe - UGL - CNPP FSA – CGIL, ove sono state affrontate le gravi problematiche degli Istituti Penitenziari della regione Sicilia è emersa chiaramente la responsabilità gestionale da parte del Dirigente Generale dell’Amministrazione Penitenziaria della Regione Sicilia, il quale ha dimostrato una palese ed inesplicabile inerzia che sta lentamente portando alla deriva le strutture penitenziarie e al collasso organizzativo e gestionale della Polizia Penitenziaria.

In considerazione di quanto sopra esposto, considerati altresì gli ultimi eventi intercorsi, con particolare riferimento alla totale inefficacia dimostrata nella qualità di “garante “ dei rapporti fra le OO.SS. e le Autorità Dirigenti degli Istituti di Pena, nonché alle numerose vertenze regionali e provinciali a cui il Provveditore non ha dato risposta, le scriventi OO.SS. sono state costrette a mantenere fermo il proposito di interrompere le trattative e confermare la richiesta di incontro a livello dipartimentale.

Si fa presente che l’interruzione delle trattative sindacali dell’11.02.2014 non è solo determinata dall’inerzia organizzativa dell’Amministrazione regionale sui NN.TT.PP.PP., ma dalla totale inefficienza dell’Amministrazione regionale nell’ affrontare le problematiche del Personale che opera negli Istituti penitenziari ove ogni direzione è divenuta un Provveditorato a sé, con regole diverse l’una dall’altra.

Queste segreterie regionali, avendo avuto modo di conoscere l’attuale Dirigente Generale della regione Sicilia nelle sue funzioni di direttore d'istituti penitenziari, confidavano e speravano che le sorti dell’Amministrazione penitenziaria della regione Sicilia e in particolar modo quelle della Polizia Penitenziaria potessero migliorare con il contributo anche e soprattutto da parte di queste OO.SS.

A distanza di quasi tre anni siamo venuti alla determinazione di riconoscere che tale speranza è stata disattesa con grande delusione nei confronti del Dirigente Generale dell’Amministrazione penitenziaria, dott. Maurizio VENEZIANO.

Il Provveditore Regionale di Palermo non ha, a oggi, messo in atto delle strategia decisionali stabili e univoche con sommo disagio delle stesse relazioni fra OO.SS. e direzioni varie che hanno visto tregue di breve ed effimera durata.

Metodiche, secondo gli scriventi poco consoni, inoltre, sono quelle che il suddetto Provveditore ha usato ad ogni vertenza fatta ai dirigenti degli Istituti penitenziari dell'Isola, verso cui non si è avvertita la linea di condotta autoritaria che ci si sarebbe piuttosto aspettati.

Negli ultimi tempi si è notato ancor di più che le Direzioni degli Istituti di Pena della regione Sicilia oltre a prendere decisioni unilaterali si comportano come se la regione Sicilia fosse sprovvista di Dirigenza Generale perché ogni Direzione sarebbe a essere un Provveditorato a se.

Un appunto va fatto anche sull’Ufficio del Personale della Polizia Penitenziaria del Provveditorato regionale di Palermo in particolar modo riferito ai distacchi del personale medesimo. “Abbiamo, oggi più di ieri, la percezione, come organizzazioni sindacali, che l'organo regionale dell’Amministrazione penitenziaria siciliana stia operando solo con una burocrazia disarmante che penalizza il Personale”.

La regione Sicilia soffre di una considerevole carenza di Personale, è la Regione che accoglie il maggior numero di strutture penitenziarie e che, inevitabilmente, subisce le conseguenze negative del sovraffollamento.

Se la presenza di 7100 detenuti a fronte di una capienza pari a 5500, se la carenza di oltre 1000 poliziotti penitenziari, da sole non bastano a far comprendere che occorre una svolta politica indirizzata ad una maggiore collaborazione con i sindacati e alla ricerca degli strumenti adatti a ridare sicurezza al nostro sistema penitenziario, allora a pagare continueranno ad essere i nostri poliziotti penitenziari, vittime della politica dell’indifferenza e del risanamento economico del Paese.

Oltre a ribadire le posizioni politiche preannunciate durante l’incontro dell’11.02.2014 e successive comunicazioni, si fa presente che, qualora queste segreterie regionali non verranno convocate dagli Uffici Dipartimentali, loro malgrado, saranno costrette a organizzare una manifestazione di protesta verso i palazzi romani per denunciare il nostro disappunto sulla gestione degli Istituti di Pena e del Personale della regione Sicilia.

Distinti Saluti

                 C. NAVARRA           G. VENEZIANO           N. LAURICELLA         F. D’ANTONI       M.LO DICO       F.SPANO’