Secondo l'Oms, in Italia viene uccisa una donna ogni 2 giorni e mezzo. Da un uomo che non si fermerà neanche se quella donna è sua moglie, la sua fidanzata o la sua ex. Neanche se è incinta di un figlio suo

  1. Deborah Dirani 04/07/2013

In 161 giorni, quelli che passano dallo scorso primo gennaio al 30 giugno, in Italia, secondo i dati diffusi dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, sono state ammazzate da un uomo 65 donne: media matematica una ogni due giorni e mezzo, ogni 60 ore.

Ammazzate, nella maggioranza dei casi da un uomo che conoscevano:marito, fidanzato, amante, in carica o ex. Ammazzate a mani nude, accoltellate, prese a colpi di pistola, bruciate vive da qualcuno di cui si fidavano, da qualcuno che diceva di amarle. Uno degli ultimi casi di cronaca: Bologna, Silvia Caramazza 39 anni ammazzata con un colpo alla testa e chiusa in un congelatore, ritrovata dopo 15 giorni. Unico indagato il fidanzato, 34 anni, Giulio Caria che la spiava, le aveva riempito la casa di cimici, la faceva pedinare, la minacciava. Si sarebbero dovuti sposare il 20 luglio, ma lei non ne era convinta, lui, secondo quanto ricostruito dai magistrati, l'ha uccisa.

Le donne, gli uomini, le ammazzano per, rabbia, frustrazione, gelosia e orgoglio. Le motivazioni sono sempre le stesse. Così come sono sempre queste, rabbia, frustrazione, gelosia e orgoglio le motivazioni bruciano sulla pelle di 6.743.000 donne, tra i 16 e i 70 anni, vittime di abusi da parte di un uomo. Un milione, invece, quelle stuprate o scampate per un soffio allo stupro.

Le donne, sempre loro, vittime ancora troppo spesso silenziose, educate a una folle rassegnazione, che le fa tacere e non denunciare quell'uomo che abusa del loro corpo e della loro anima. Il 24% delle vittime non denuncia il suo aguzzino. Vergogna, paura, spesso rassegnazione che paralizza “che tanto la situazione è questa e non si può cambiare”.

Vergogna perché si subisce e non si ha la forza di sottrarsi alle intimidazioni, alle minacce, alle botte, agli stupri che nel 14,3% dei casi arrivano dall'uomo che si ama, di cui ci si fida perché a sua volta dichiara amore. E che, spesso, proprio in nome di questo amore allunga una scarica di ceffoni e una rullata di calci, poi, magari, si pente, piange e ottiene il perdono con la garanzia che mai più. E invece ricomincia, esattamente allo stesso modo, forte di una vittima che è anche complice indifesa. Che, ancora troppo spesso, non la cerca la difesa, perché la paura paralizza le gambe come e più di una lesione midollare. E' un allarme sociale, ormai, questo della violenza sulle donne: tale da meritarsi anche una mano di conti: alle casse, già esauste dello Stato, costa ogni anno 2,4 miliardi di euro, secondo quanto affermato dal viceministro del Lavoro, con delega alle Pari Opportunità, Maria Cecilia Guerra.

Mentre scriviamo, stando alle statistiche e guardando gli ultimi casi di cronaca nera, da qualche parte tra Aosta e Ragusa c'è un uomo che sta ammazzando una donna e che non si fermerà neanche se quella donna è sua moglie, la sua compagna. Neanche se è incinta di un figlio suo. La violenza domestica è la seconda causa di morte delle donne in gravidanza.

Fonte: www.ilsole24ore.com