“ Credo che occorre mettere in campo ogni sforzo perché il Governo Letta apra il tavolo per il rinnovo contrattuale per gli operatori della sicurezza. Pensare ad un ulteriore blocco dei rinnovi contrattuali è impensabile. Conoscendo la sensibilità e l’attenzione del premier Letta verso le donne e gli uomini del Comparto Sicurezza, Difesa e Soccorso Pubblico i nostri auspici dovrebbero trovare la giusta attenzione, ancor più in considerazione delle tante espressioni verbali a sostegno degli operatori della sicurezza che in questi giorni sono pervenute da tutto l’arco politico e parlamentare ”
E’ quanto ha affermato Eugenio SARNO, Segretario Generale della UILPA Penitenziari, intervenendo ieri al 2° Congresso della Federazione Nazionale Sicurezza della CISL in corso a Tivoli.
“ Per quanto attiene all’Amministrazione Penitenziaria vi è l’assoluta necessità di riprendere le trattative per la sottoscrizione del primo contratto di lavoro per la Dirigenza Penitenziaria, ma anche la necessità che il DAP provveda ad assegnare ad ogni istituto penitenziario un Dirigente visto che sono circa 45 le carceri sprovviste di un Direttore titolare. Così come vi è necessità –ha proseguito SARNO – che si provveda a nominare un Provveditore Regionale per la Calabria e per il Triveneto. Realtà penitenziarie così complesse non possono essere gestite ad intermittenza. Ovviamente serve che si recuperino corrette relazioni sindacali che da qualche tempo sono pressocchè congelate. Noi confidiamo che il Ministro Cancellieri voglia dare una scossa in vista delle prossime scadenze. Abbiamo esigenza di confrontarci sulla mobilità ordinaria dei funzionari ed ancor più di ragionare sull’assegnazione dei circa 750 neo agenti che tra qualche settimana, terminato l’iter formativo, saranno immessi nel circuito penitenziario”
A margine dell’evento cui ha partecipato, Sarno si è nuovamente espresso sull’inopportunità di un avvicendamento ai vertici del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria“ Ho buona ragione per ritenere che i continui avvicendamenti ai vertici del DAP hanno contribuito ad ampliare le ataviche difficoltà gestionali di un sistema perennemente sull’orlo del definitivo collasso. Negli ultimi venti anni si sono succeduti dodici Capi Dipartimento.
Questo impedisce , anche ai più capaci, di pianificare ed affermare qualsiasi progetto.
L’attuale dirigenza del DAP ha messo in campo un progetto, quello dei circuiti regionali e della sorveglianza dinamica, che ha una sua logica ed una sua intelligenza. Non è la panacea ma può contribuire ad una svolta gestionale della detenzione e dell’organizzazione complessiva, di cui si avverte assoluto bisogno. Per questo – conclude SARNO – se si vuole raggiungere l’ambizioso progetto non si può prescindere da un più organico rapporto con le rappresentanze sindacali, ma soprattutto intervenire anche in sede normativa attraverso l’abolizione della c.d. “colpa del custode” che grava unicamente sulle spalle degli operatoridelle frontiere penitenziarie”