TempoReale 28/03/2013

Per le mamme che lavorano arrivano i voucher per pagare il nido o la baby sitter: lo fa sapere oggi l'Inps in una circolare sul bonus previsto dalla riforma del lavoro sottolineando che i voucher saranno pari a 300 euro al mese per un massimo di sei mesi (fino a esaurimento del fondo di 20 milioni di euro). Possono chiederlo solo le lavoratrici dipendenti e quelle iscritte alla gestione separata. Se si considerano le dipendenti, sarà possibile al massimo soddisfare le esigenze di poco più di 11mila persone.

La norma che dà alle mamme la possibilità di chiedere il voucher per il nido o la baby sitter, in alternativa al congedo parentale, è introdotta dalla riforma del lavoro "in via sperimentale" per il triennio 2013-2015. Il pacchetto di risorse stanziate (20 milioni di euro l'anno) basta, per l'appunto, per poco più di 11mila lavoratrici dipendenti l'anno (300 euro per un massimo di 6 mesi per le dipendenti, solo 3 mesi per le iscritte alla gestione separata), a fronte di oltre 250mila lavoratrici subordinate che hanno chiesto almeno qualche giorno di congedo nel 2011 (ultimi dati Inps).

Il bonus va utilizzato negli 11 mesi successivi al congedo obbligatorio (i tre mesi dopo il parto o l'adozione) per un massimo di 6 mesi. La domanda va presentata all'Inps per via telematica e può essere fatta anche se la madre ha già usufruito in parte del congedo. Si può accedere al beneficio, precisa l'Inps, anche per più figli. E' divisibile solo per frazioni mensili intere (a differenza del congedo parentale che si può usare anche solo per alcuni giorni). Le lavoratrici part time potranno avere un contributo riparametrato per la loro prestazione lavorativa.

Per l'asilo nido il contributo sarà erogato direttamente dall'Inps alla struttura (accreditata) prescelta dalla mamma mentre il contributo per baby sitting sarà concesso sotto forma di buoni lavoro. La graduatoria di coloro che avranno diritto ai voucher sarà stilata tenendo conto delle condizioni economiche delle famiglie che ne fanno richiesta. Quindi nella domanda insieme alla richiesta del bonus e alla rinuncia al numero corrsipondente di mesi di congedo parentale va presentato l'Isee, l'indicatore sulla situazione economica equivalente.