Gentile Direttore,
la scrivente Segreteria Nazionale si vede costretta, suo malgrado, a dover segnalare le gravi criticità e spesso anche illegittimità derivanti da una moltitudine di atti “pseudo organizzativi” assunti nelle ultime settimane dalla Direzione Provinciale di Palermo e aggravati dall’assenza di adeguato intervento da parte della Direzione Regionale competente, che legge la presente per conoscenza.
Pur non potendo entrare, con la presente, nel dettaglio del merito di ogni singolo atto, in tal senso disponibile ad approfondire con un prossimo incontro, comunque evidenzia i seguenti numerosi aspetti emersi.
La Direzione provinciale di Palermo ha inteso avviare una serie di atti organizzativi che, oltre ad essere spesso improntati al dispregio di corrette relazioni sindacali, di per sé grave, ha inteso procedere senza un preventivo piano riorganizzativo coerente con le risorse disponibili e non ottemperante dei benché minimi principi di efficienza, efficacia ed economicità dell’azione amministrativa.
Cosicché, ad esempio, con:
- Disposizione di servizio del mese di febbraio ha disposto coattivamente lo spostamento, ad altra sede ed attività, di alcuni lavoratori. Il provvedimento, oltre a non essere stato preventivamente oggetto di informazione alla RSU e OO.SS., era palesemente incongruo rispetto all’organizzazione del lavoro. Interveniva, inoltre, in una fase in cui erano avvenuti incontri sindacali e appariva chiaro che l’Amministrazione avesse assunto l’impegno di procedere ancora al confronto con le OO.SS. e a cui avrebbe dovuto fornire adeguata informativa in merito all’eventuale ipotesi di piano complessivo di riorganizzazione della DP.
Diversamente si è assistito a provvedimenti riportanti motivazioni generiche e contraddittorie tra loro, come quello in argomento: assegnazione “urgente e provvisoria” di personale; immediata revoca per “urgenze” di lavorazioni in quanto ci si accorge successivamente che i lavoratori erano impegnati in importanti lavorazioni in itinere necessarie per l’immediato raggiungimento di alcuni obiettivi. Ed ancora, riassegnazione temporanea dei medesimi, salvo poi contraddire le motivazioni “provvisorie” con ulteriore atto definitivo di assegnazione. Il tutto scaricando – per iscritto – ai capi team a cui aveva sottratto la disponibilità dei collaboratori, la responsabilità del raggiungimento dei medesimi obiettivi anche se con unità in meno di personale. Tali circostanze hanno manifestato l’assoluta incoerenza rispetto a principi di economicità, efficacia ed efficienza e hanno creato palesi disfunzioni organizzative e di capacità operativa al fine del raggiungimento degli obiettivi.
Il tutto è avvenuto con inutile autoritarismo, senza il rispetto delle relazioni sindacali, determinando tensione tra i lavoratori e la dirigenza con una complessiva demotivazione del personale stesso.
Ancora con:
- Disposizione di servizio del 14.3.2013 ha disposto il rientro in sede dei Team delocalizzati, in particolare dell’Area legale. Sebbene rientra nei poteri dell’Amministrazione prevedere in tal senso è, però, avvenuto, ancora una volta, in spregio delle previsioni contrattuali e degli accordi sindacali assunti anche a livello nazionale.
Infatti, la Direzione, pur motivando la necessità che “La fase di start-up di questa Direzione Provinciale…” richiedesse la necessità del rientro dei team delocalizzati, ha provveduto in modo autoritario e contravvenendo alle previsioni all’accordo nazionale sull’avvio delle DD.PP., non consentendo ai lavoratori interessati di poter optare per la scelta volontaria di permanere presso l’U.T. così come ha omesso il necessario preventivo confronto con le OO.SS..
Ulteriore incongruenza gestionale si evince nell’ultimo periodo della medesima disposizione del 14.3.2013. Infatti, dopo aver previsto almeno 4 punti di stravolgimento organizzativo della DP descrive: “Si fa riserva di elaborare successivamente una ipotesi di riorganizzazione dell’assetto complessivo…”!! Davanti a tale disposizione ci si domanda se si tratta di incapacità organizzativa che opera senza un preciso obiettivo ed in assenza di un preciso piano riorganizzativo; ovvero si opera in malafede al fine di eludere il democratico e funzionale confronto con i lavoratori ed i loro rappresentanti sindacali; ovvero, si è semplicemente coscienti del danno che si sta operando con siffatti provvedimenti tale che sarà necessario ripristinare il tutto attraverso una “ipotesi di riorganizzazione” successiva.
Ancora con:
- Note n. 35414 del 14.3.2013 e n. 36238 del 15.3.2013 in cui veniva previsto e poi confermato la palese lesione del diritto dei lavoratori alla partecipazione assembleare disponendo che fosse sottoposta a “preventiva autorizzazione”. In tal senso si evidenzia che la scrivente Segreteria Nazionale segnalò le evidenti illegittimità;
in merito, produsse, per le vie brevi, al Dirigente Relazioni sindacali nazionale le note in parola. Ad onor del vero il Dirigente in argomento si attivò tempestivamente per rimuovere l’illegittimità salvo, però, che la direzione della DP pervicacemente perseguì, nella sua illegittima azione, ancora una volta nell’immobilismo ed accondiscendenza colpevole della direzione regionale, non comunicando ai lavoratori alcuna revoca delle illegittime disposizioni in argomento.
Ancora con:
- Disposizione del 20.3.2013 n. 317 in cui, al di là delle più o meno condivisibili disposizioni, si legge: “la violazione della suesposta disposizione comporterà la mancata osservanza del TUM nella lavorazione delle pratiche e, di conseguenza, l’impossibilità di attuazione di ogni pianificazione… Si ritiene opportuno ricordare che ogni Capo team è responsabile degli obiettivi assegnatigli e che, pertanto, è suo interesse dare scrupolosa attuazione alla presente”. Come dire:
- la direzione assegna i carichi di lavoro su un TUM che non si conosce se “ufficiale” o meno o su quali parametri è stato definito;
- non è mai stato data trasparenza e conoscenza di quali fossero i reali obiettivi e la congruità dei carichi di lavoro (peraltro, omessa la preventiva informazione sui carichi di lavoro alle OO.SS.…);
- fornisce diposizioni non condivise e spesso non condivisibili però, poi, la responsabilità è di chi effettua le lavorazioni, cioè il Capo Team e i suoi collaboratori!!
Ci si chiede allora per quali motivi i premi di risultato dovrebbero andare alla dirigenza che prova a scaricare su altri la fisiologica responsabilità connaturata al ruolo dirigenziale… e, magari, se opportunamente, il “Capo team” di turno rileva incongruenze gli viene revocato l’incarico senza adeguata motivazione.
Tutto ciò esposto, al fine di una succinta ricostruzione delle criticità denunciate e che potranno trovare riscontro negli atti in possesso della Scrivente nonché possono essere approfonditi anche con un prossimo incontro.
Orbene, le conseguenze ovvie sono la demotivazione e preoccupazione di tutto il personale della DP di Palermo che con il sostegno delle proprie rappresentanze sindacali stanno agendo unitariamente con la proclamazione dello stato di agitazione.
E’ importante evidenziare, sin da subito, che i rappresentanti regionali di questa O.S. hanno provato a percorrere momenti di confronto affinché atti come quelli descritti fossero evitati o quantomeno fossero ritirati (note e richieste dell’11 e 16 febbraio u.s., nota del 10 marzo u.s.) onde evitare quello che si prospetta ormai come un inutile e deleterio scontro.
Consta rilevare che la parte sindacale si è dimostrata senz’altro più previgente e responsabile di quanto abbia fatto codesta Amministrazione.
Inoltre, nessun supporto è stato dato dalla Direzione Regionale al fine di evitare quanto descritto. Suscita stupore per quanto si legge nel verbale della riunione effettuata il 14.2.2013 a livello regionale tra le OO.SS. e la Direzione.
Infatti, il Direttore Regionale, peraltro persona stimata da questa O.S. per le capacità indiscusse e per l’esperienza sempre dimostrata anche in ambito di altre regioni, fa riportare in verbale lunghi brani delle disposizioni che avrebbe in precedenza impartito alle DD.PP. dipendenti.
Il Suo richiamo costante alla massima trasparenza, chiarezza, preventiva programmazione delle attività lavorative ed organizzative delle varie strutture e la condivisione con i lavoratori ed i loro rappresentanti sindacali sono principi assolutamente legittimi e partecipati dalla Scrivente. Se però, a fronte dei fatti descritti, vengono ampiamente disattesi va da sé che, o le disposizioni impartite ed i principi contenuti sono mero esercizio teorico, oppure esiste non curanza dell’osservanza di tali disposizioni.
E’ quindi da stigmatizzare che in più occasioni l’Amministrazione non ha improntato il sistema delle relazioni sindacali ai principi, normativamente previsti, di responsabilità, correttezza, buona fede e trasparenza dei comportamenti.
Le determinazioni organizzative, con la capacità ed i poteri del privato datore di lavoro, devono comunque essere improntate ai sopra richiamati principi e alla condivisione e all’informazione ai sindacati in merito alle risoluzioni relative all'organizzazione, che deve essere orientata a criteri di funzionalità delle risorse rispetto ai compiti e ai programmi di attività.
Tutto ciò, nei casi denunciati, è mancato. E’ assente anche il corretto governo degli obiettivi che sono collegati alle risorse e che si presume debbano determinare la valutazione positiva del Dirigente, la permanenza nell’incarico e la corresponsione dell’indennità di risultato, quale diretta conseguenza di una prudente ed equilibrata gestione delle risorse assegnategli.
Una conduzione improntata all’emergenza, pur in assenza di eventi imprevisti ed imprevedibili, non si concilia con tale logica, in quanto il raggiungimento dell’obiettivo non può che essere condizionato dal rispetto delle norme di correttezza e dei principi generali di pianificazione aziendale.
La Scrivente ben conosce le difficoltà ambientali e di risorse, ecc. in cui si trova ad operare l’Amministrazione, ma è proprio per questo che ci si permette di evidenziare quanto descritto, oltre che per legittimo e giustificato intervento sindacale. Ritiene, infatti, che la condivisione di obiettivi chiari, ben definiti e pianificati nonché proporzionati alle risorse disponibili può trovare l’efficienza motivata dei propri collaboratori (non pedine
con cui giocare ai manager…).
Essere bravi tecnici ma cattivi manager, soprattutto nella nostra Amministrazione, determina un grave vulnus. Ecco perché sarà necessario cambiare i metodi.
In tal senso si auspica un autorevole intervento di codesta Direzione Centrale finalizzato al ripristinato di un clima lavorativo sereno e finalizzato alla condivisione delle pianificazioni riorganizzative e di raggiungimento dei risultati nonché alla rimozione di ogni illegittima disposizione adottata.
Resta inteso che, medio tempore, proseguiranno tutte le iniziative intraprese in sede locale inerenti la tenuta delle assemblee, lo stato di agitazione di tutto il personale, il probabile ricorso al giudice del lavoro per i comportamenti anti sindacali e per la condanna delle illegittimità, il coinvolgimento nelle problematiche citate della stessa cittadinanza/contribuenti anche attraverso i mass media locali e nazionali.
In attesa di riscontro e soluzione alle criticità evidenziate, l’occasione è gradita per porgere cordiali saluti.
Roma, 25 marzo 2013
Il Coordinatore Generale UIL PA Agenzia delle Entrate
Renato Cavallaro