di Teresa Barone

I dirigenti pubblici che affidano incarichi al di fuori dell’ente potrebbero dover rispondere di danno erariale: la sentenza della Cassazione.

Una recente sentenza della Corte di Cassazione fissa nuovi limiti per la richiesta di consulenze esterne da parte della Pubblica Amministrazione: i dirigenti che affidano incarichi a professionisti esterni devono rispondere di danno erariale, a meno che non ci sia la prova dell’oggettiva impossibilità di far svolgere il medesimo incarico all’interno dell’amministrazione.

Lo ha stabilito la Suprema Corte con la sentenza n. 4283 del 21 febbraio 2013, attraverso la quale è stato respinto il ricorso di un gruppo di manager pubblici già condannati per l’assegnazione di consulenze al di fuori dell’ente.

La Cassazione sancisce il suo pieno diritto a verificare la legittimità degli incarichi distribuiti all’esterno dell’ente, al fine di rilevare eventuali danni di tipo erariale: in questo modo non viene violato il principio della "riserva di amministrazione” e non vengono oltrepassati i limiti esterni della giurisdizione della Corte stessa.

«Le scelte degli amministratori, dovendo conformarsi ai suddetti criteri di legalità e a quelli giuridici di economicità, di efficacia e di buon andamento sono soggette al controllo della Corte dei Conti perché assumono rilevanza sul piano della legittimità e non della mera opportunità dell'azione amministrativa.»