agevolazioni fiscali

Nel decreto-legge n. 39 sulle agevolazioni fiscali del 29 marzo scorso è stata inserita una norma speciale per incrementare i fondi di produttività del personale delle Agenzie Fiscali nel biennio 2023-2024. Il fatto è stato annunciato dalle maggiori testate nazionali con grande enfasi, sottolineando che la busta paga dei dipendenti riceverà un incremento. Vero, ma solo in parte.

Innanzitutto, va ricordato che le somme stanziate dal decreto 39 servono a compensare i tagli precedentemente apportati al salario accessorio delle Agenzie Fiscali. Tagli che avevano dato origine a una dura vertenza dei sindacati nei confronti del governo. La politica, quindi, non sta regalando proprio niente ai lavoratori del fisco. Sta solo rimediando a un errore che aveva ingiustamente penalizzato decine di migliaia di dipendenti.

Semmai, tutta questa vicenda serve (o dovrebbe servire) a mettere in luce un altro problema: quello della assoluta insufficienza dei fondi per la produttività di quasi tutte le amministrazioni del comparto Funzioni Centrali, i cui importi sono bloccati da otto anni per effetto di un articolo della cosiddetta ‘riforma Madia’. Una norma ottusa e anacronistica che oggi non ha più motivo di esistere.

Da anni ripetiamo che i fondi per il salario incentivante devono poter essere incrementati dalle amministrazioni con le risorse interne, che per lo più derivano da risparmi di gestione. Quindi, praticamente a costo zero. La sacrosanta norma contenuta nel decreto 39 rende giustizia a questo principio, ma copre solo un settore limitato della P.A.

Per tutte le altre amministrazioni, i problemi restano. Anzi, le soluzioni legislative spot finiscono per aumentare le sperequazioni. Basta guardare le tabelle degli importi del salario accessorio degli enti ricompresi nelle Funzioni Centrali per rendersi conto del divario retributivo tra un’amministrazione e l’altra. E poi ci si meraviglia se i nuovi assunti rinunciano al posto nei ministeri ‘poveri’ per andare dove si guadagna di più? Non chiamiamolo dumping, per favore. È solo l’ennesimo effetto boomerang dei tagli al costo del lavoro pubblico effettuati per compiacere assurde teorie economiche che da tempo rivelano quanto sono dannose per il mondo del lavoro e per l’intera società.

Se la soluzione deve arrivare per legge, allora deve essere unica per tutta la P.A.: cancellare di netto la norma Madia che blocca le risorse dei fondi produttività ai livelli del 2016. Questo è l’obiettivo a cui puntiamo. Questa per noi è l’unica vera strategia efficace se si vogliono premiare sul serio il merito e la competenza nelle amministrazioni pubbliche. Tutto il resto è vuota retorica.

Sandro Colombi, Segretario generale UIL Pubblica Amministrazione

Roma, 3 aprile 2024