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È effettiva da oggi, grazie alla pubblicazione in Gazzetta ufficiale della legge di conversione del decreto Aiuti bis, la proroga fino alla fine dell’anno del diritto al lavoro agile per i dipendenti fragili (pubblici e privati) e per i lavoratori con figli under 14. Non solo. Nel privato viene estesa al 31 dicembre anche la possibilità per il datore di lavoro di optare per il ricorso allo smart working senza la necessità di stringere accordi individuali con il lavoratore.

Le condizioni

Ai lavoratori agili va garantita la parità di trattamento economico con chi svolge la stessa mansione interamente in presenza. La proroga, dal 22 settembre al 31 dicembre, riguarda come detto sia il pubblico che il privato. Attenzione però perché il riconoscimento della condizione di lavoratore fragile avviene solo in presenza di determinati problemi di salute. Occorre il riconoscimento di disabilità con connotazione di gravità o un certificato attestante una condizione di rischio derivante da immunodepressione o da esiti da patologie oncologiche o dallo svolgimento di terapie salvavita. La proroga è arrivata dopo una serie di tentativi falliti. «In diverse occasioni, negli scorsi mesi, avevo proposto la proroga. Questa misura rappresenta un intervento fondamentale per tutelare le persone più fragili, i genitori con figli piccoli e continuare a garantire migliore conciliazione del tempo vita-lavoro grazie alla modalità agile», ha spiegato il ministro Orlando.

Meno tutele

Tuttavia, con le vecchie regole dello smart working per i fragili, i lavoratori pubblici impegnati in mansioni non remotizzabili venivano di fatto lasciati a casa in quanto la loro assenza era equiparata a ricovero ospedaliero. Quest’ultima tutela è svanita: altra beffa. Risultato, le Pa dovranno a questo punto cambiare mansione ai dipendenti fragili non remotizzabili o far loro svolgere formazione da remoto. Nel caso nessuna di queste due soluzioni fosse praticabile, il lavoratore fragile sarà costretto a ritornare in presenza.

L’indagine

In generale lo smart working ha riscosso maggiore successo a Roma rispetto a Milano. È quanto emerge da un’indagine di Taskrabbit condotta da Gpf Inspiring Research. Il lavoro da remoto viene preferito maggiormente dalle donne (72%) rispetto agli uomini (63%). La fascia di lavoratori che lo apprezza di più è quella tra i 55 e 64 anni (77%). L’asticella scende al 58% tra i lavoratori di età compresa tra i 35 e i 44 anni.

 

Fonte: pamagazine.it