da palermotoday.it

„Secondo la Uilpa Polizia Penitenziaria la direzione non terrebbe nella giusta considerazione le condizioni di lavoro del personale e sarebbe piuttosto "sbilanciata" a favore dei detenuti: un comportamento palesato, spiega il sindacato, in alcuni segmenti nevralgici riguardanti l’organizzazione del lavoro, a partire dal mancato avviso ai poliziotti penitenziari dell’avvenuto cambio turno“

La gestione del personale di polizia penitenziaria in servizio presso l’ex Ucciardone, di recente intitolato al maresciallo degli agenti di custodia Calogero Di Bona, finisce nel mirino della Uil Pubblica Amministrazione Polizia Penitenziaria Sicilia che, in una lettera del segretario generale Gioacchino Veneziano (in foto), esprime forte disappunto nei confronti della dirigente della casa di reclusione Rita Barbera.

Secondo la Uilpa Polizia Penitenziaria la direzione non terrebbe nella giusta considerazione le condizioni di lavoro del personale di Polizia Penitenziaria, e sarebbe piuttosto "sbilanciata" in favore dei detenuti: un comportamento palesato, spiega il sindacato, in alcuni segmenti nevralgici riguardanti l’organizzazione del lavoro, a partire dal mancato avviso ai poliziotti penitenziari dell’avvenuto cambio turno ovvero del posto di servizio e del continuo impiego degli assistenti capo nella funzione di sorveglianza generale nei turni serali e notturni.

Critiche che si estendono alla scelta "ad personam" dei preposti da parte del comandante che, secondo Veneziano, mortificherebbe il personale più anziano e con maggiore esperienza sul campo. "Inoltre - si legge in un documento - il servizio mensile programmato non viene rispettato e non si tiene alcuna conferenza di servizio a cura del comandante di reparto".

Un capitolo a parte sarebbe rappresentato dal lavoro straordinario obbligatoriamente imposto che, secondo il sindacato, non viene corrisposto poiché si sfora il plafond previsto per i bimestri, generando accantonamenti che determinano rabbia e frustrazione da parte dei lavoratori. Nello specifico il segretario fa riferimento alla mancata trasmissione alle organizzazioni sindacali, da parte della direzione, dell’elenco delle attività scolastiche, trattamentali, ludiche e ricreative pianificate nei confronti della popolazione detenuta: non una semplice formalità, come sottolinea il sindacato, bensì "un’inaccettabile esclusione, considerato che esse incidono sull’organizzazione e sui carichi di lavoro".

"Il mancato invio degli atti - aggiunge Veneziano - ai rappresentanti dei lavoratori è una palese violazione di una materia prevista dall’articolo 25, comma 1, del Dpr 164/2002". "Prendiamo atto - si prosegue il documento inviato anche al provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria Gianfranco De Gesu - che il servizio programmato rimane solo un’utopia, malgrado gli impegni presi in occasione di due incontri svoltisi a San Pietro Clarenza, in provincia di Catania, dallo stesso provveditore".

"Nulla da dire sull’impegno della dottoressa Rita Barbera - precisa Veneziano - che può vantare ben sette lustri di amministrazione vissuti in trincea e alla quale occorre riconoscere di avere impostato sempre correttamente il confronto con il sindacato: ecco perché siamo certi che la nostra esternazione sarà interpretata ancora una volta con il giusto approccio e potrà, semmai, rappresentare uno stimolo a rivisitare, anche sotto il profilo culturale, i temi del trattamento dei detenuti e della sicurezza. È però innegabile - precisa ancora il segretario generale - che la dirigente abbia manifestato, nel corso del tempo, una decisa propensione nei confronti dei diritti dei detenuti. Pur considerando questi ultimi una conquista in termini di civiltà, riteniamo che occorra prestare altrettanta attenzione nei confronti del personale di polizia penitenziaria, sottoposto a uno stress generato da ritmi lavorativi logoranti".

Nella lettera, inoltre, Veneziano ricorda come, proprio in tema di trattamento dei detenuti, la Uilpa Polizia Penitenziaria sia stata "antesignana" di un cambiamento culturale contrassegnato da un percorso preciso, finalizzato sia a garantire il trattamento che la sicurezza: un binomio che, secondo il segretario, rischia ora di vacillare a causa dell’assenza di una corretta gestione, "testimoniata dai tragici eventi che si registrano tra i poliziotti penitenziari".